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Maria Sole Tognazzi: single, senza figli e felice

OLBIA – “A volte lo evitavo per auto-proteggermi, perché non c’era mai. Ma gli volevo bene. Non essendo una gran chiacchierona, a volte farfugliava: chissà che razza di pensieri ha questa ragazzina qui. Mio padre di me pensava che ero molto timida e che sicuramente non avrei mai fatto l’attrice. In parte, aveva ragione” parla così Maria Sole Tognazzi in una intervista al quotidiano Libero, riferendosi al padre, il celebre Ugo Tognazzi.

Maria Sole Tognazzi in questi giorni è impegnata sull’Isola di Tavolara in occasione di “Una notte in Italia” per presentare le prime immagini del suo ultimo film “Viaggio da sola”, in cui indaga sui sentimenti e le scelte di una donna.

La Sardegna regala a Maria Sole sempre delle belle emozioni: “Mio padre Ugo a metà degli anni ’60 acquistò una casa a Porto Rotondo. Ci andai 10 anni dopo per la prima volta ed ero una bambina. Allora il porto era un fazzoletto e non c’era il lusso di oggi. Quando arrivo all’aeroporto di Olbia per me e sempre un’emozione”.

Il suo nuovo film “Viaggio da sola”, spiega la regista, è la storia di Irene, una donna che non si è costruita una famiglia, che non ha figli, ma che è ugualmente felice: “Ci ho lavorato tre anni e l’ho scritto con Ivan Cotroneo e Filippo Marciano. Credo sia riuscito molto bene”. Al personaggio di Irene, interpretato da Margherita Buy, non manca  niente per essere felice: “Il suo lavoro la porta in giro per il mondo. Svolge in incognita il mestiere di ispettore negli hotel di lusso. Guadagna circa 2000 euro al mese; è bella, divertente e finge di essere una di loro per entrare nel mondo dei ricchi. Un lavoro di controllo che esiste anche nella realtà. Ma Irene arriva anche al punto dove deve fare un po’ il conto della sua vita” spiega Maria Sole Tognazzi che in alcuni versi sente un po’ come la protagonista del film: “In questo momento della mia vita sono serena, cerco di seguire il mio lavoro senza decidere altro. Sì, il tema centrare è il desiderio di libertà. Sono single e non ho figli, esattamente come Irene. Ma tutto ciò che ci circonda è sempre una sorpresa. Magari l’uomo giusto lo incontro domani e allora sì, che faccio il figlio”.

Infine, parla di suo fratello Thomas: “Mi piacerebbe creare un film raccontando la storia di mio fratello Thomas. Arrivò in Italia a 7 anni credendo che il padre che lo aveva cresciuto fosse quello vero. Invece si ritrovò all’aeroporto con un cartello al collo e il suo nome scritto sopra: “Ce lo hanno spedito a Torvaianica”. Poco dopo ho scoperto che il padre era un attore famoso, e la conoscenza di questo mondo ambientato negli anni ’70, completamente diverso da quello vissuto in Svezia, è stato complicato”.

Claudia Montanari

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