Mario Monti, dimissioni irrevocabili. Tutte le reazioni dei politici
10 Dicembre 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – Dopo due ore di colloquio con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, arriva la decisione del premier Mario Monti: prima il “sì” alla legge di stabilità, poi le irrevocabili dimissioni.
Questa notizia non solo spiazza tutti, mercati europei compresi, ma di fatto accelera anche la data del voto elettorale. Dal 10 Marzo cui si era ipotizzato fino a qualche giorno fa, adesso potrebbe essere anticipato addirittura alla metà di febbraio.
Le ore che hanno seguito la notizia sono state molto frenetiche a quanto si apprende da “Adnkronos”: sembra infatti ci siano state tra i consiglieri politici di Monti e alti esponenti delle gerarchie vaticane dei contatti e colloqui sulle prospettive del Paese e sul futuro politico dello stesso premier.
Nella mattina di ieri invece il premier si è concesso una lunga passeggiata in centro a Milano. Terminata la messa di mezzogiorno il premier ha accompagnato a piedi la moglie vicino a casa, dopodiché assieme alla figlia ha percorso tutto corso Vercelli con una breve sosta in farmacia: all’uscita l’applauso di alcuni milanesi che gli hanno lanciato un invito, “non abbandonarci”. Una sola voce fuori dal coro, un anziano signore che gli ha rinfacciato il taglio delle pensioni.
Molte le reazioni da parte dei politici. Angelino Alfano (Pdl) ha espresso al Tg1 “stima a Monti” rifiutando categoricamente “accuse di irresponsabilità” (“Casini e Bersani fanno propaganda”).
Il Pdl, ha poi detto al Tg2 è una “forza responsabile” e “consentiremo l’approvazione della legge di stabilità e del decreto sull’Ilva, che sono punti per noi importanti”, la campagna elettorale “sarà lontana da ogni populismo e vicina alla piattaforma del Ppe”.
Per Walter Veltroni “Monti ha fatto un gesto di grande correttezza istituzionale, per non esporre il governo e il Paese al logoramento”. Ha quindi aggiunto ne ‘L’intervista’ su SkyTg24: “E’ stato talmente inopinato e improvvisato il gesto del Pdl che pagherà chi ha provocato questa situazione. Non ci si rende conto della delicatezza del momento che stiamo attraversando”.
Punta il dito contro Berlusconi Dario Francescini (Pd). “In due giorni dal suo ritorno in campo Berlusconi ha portato il Paese sull’orlo della crisi – ha dichiarato al Tg2 -, rischiando di vanificare i sacrifici compiuti dagli italiani per salvare l’economia”. Secondo Franceschini, che invoca il ritorno alle urne dopo la legge di stabilità, “ora non bisogna più perdere tempo”.
Esalta le scelte del presidente del Consiglio Pier Ferdinando Casini (Udc) che, al Tg2, ha affermato: “Anni di barzellette, demagogia e populismo ci hanno ridotto al punto in cui siamo. Da Monti è arrivato un gesto di serietà e responsabilità” e serve opporsi con forza “al ritorno del vecchio teatrino della politica”. E al Tg1, rispondendo a una domanda su una eventuale candidatura di Monti, il leader centrista ha detto: “C’è una politica seria che per quattro anni ha fatto opposizione a Berlusconi ed ha sostenuto Monti e c’è una società civile che non vuole il populismo. A questa noi dobbiamo dare una risposta”.
Il parere di Rocco Buttiglione (Udc) espresso all’Adnkronos è che “Monti ha governato sulla base di un patto fra gentiluomini e di questo patto faceva parte il fatto che Monti non si potesse schierare politicamente, perché non poteva candidarsi contro una delle forze che lo hanno sostenuto. Ma una volta rotto il patto per il tradimento così plateale di una di queste forze, il Pdl, questo patto fra gentiluomini viene meno e dunque Monti ha tutto il diritto il candidarsi, invitando il popolo italiano a sostenerlo”.
Esulta, invece, la Lega. “Aver fatto sloggiare (termine non casuale) Mario Monti dal Palazzo, a prescindere da chi ne abbia il maggior merito, sarà ricordato nei libri di storia come un grande atto di patriottismo”, ha commentato Mario Borghezio. “Questo governo non potrà infatti essere ricordato se non come nemico del Paese e chiunque verrà al suo posto – ha specificato l’esponente della Lega -, fosse anche il più lontano dalle mie idee politiche, sarà sempre meglio di un cameriere dell’alta finanza mondialista ed del potere bancario”.
In un post su Twitter il pensiero di Roberto Maroni (Lega): “Addio governo Monti (finalmente!), bentornato popolo sovrano. Ora al voto al più presto, anche a febbraio: noi siamo pronti. Prima il nord”.
Un post, sul suo blog, anche per Beppe Grillo: “Con le dimissioni di Rigor Montis lo specchio oscuro del Paese è andato in mille pezzi e ogni italiano, nel frammento a lui più vicino, può vedere la dissoluzione dello Stato”. Per il fondatore del M5S “l’annus horribilis di Monti lascia dietro di sé sciagurate conseguenze. Un Paese allo stremo”. In sostanza un vuoto “dove si inseriranno come salvatori i responsabili dello sfascio del Paese, i gemelli siamesi pdl e pdmenoelle, e l’estrema destra che già presenta le sue liste in mezza Italia”
Anche Antonio Di Pietro ha scritto sul suo blog: “Affinché il capolavoro al contrario del professor Monti sia perfetto, ci manca solo questo: la rimessa in pista del redivivo Silvio Berlusconi”.
Per Raffaele Bonanni la situazione che si è venuta delineando è “davvero incresciosa e anche pericolosa”. Il segretario generale della Cisl ha denunciato all’Adnkronos: “Dopo tanti sacrifici sostenuti dagli italiani, per tenere in piedi la credibilità del nostro Paese presso le cancellerie europee e mondiali e presso i mercati internazionali, c’è stato un atto di mancanza di responsabilità che costerà all’Italia e al quale spero sia Monti sia il presidente Napolitano possano farvi fronte e sappiano porre rimedio”.