Mary Garret reintegrata alla Scala: ballerina cacciata perché denunciò anoressia
28 Ottobre 2014 - di Claudia Montanari
MILANO – Allontanata dalla Scala di Milano dopo le sue affermazioni forti sul mondo della danza, Maria Francesca Garritano, Mary Garrett, ha vinto la sua battaglia e potrà tornare a ballare nel famoso teatro. La ballerina era stata licenziata a febbraio del 2012 dal teatro milanese dopo il polverone mediatico sollevato dalle dichiarazioni della ragazza sulla diffusione dei disturbi alimentari, soprattutto l’anoressia, nel mondo della danza classica e per i rigidi standard di magrezza a cui si richiede di adeguarsi.
Dopo una lunga battaglia legale, la sezione lavoro della Corte d’Appello ha accolto il suo ricorso, annullato la sentenza di primo grado e disposto il reintegro di Mary Garret al suo posto di lavoro.
“Una ragazza su cinque è anoressica” denunciò nel 2012 Mary Garret. Competizioni spietate, inseguimento estenuante della perfezione fisica, la malattia diventa quasi una “conseguenza logica”. Denunce pesanti quelle della ballerina che le costarono l’allontanamento dalla Scala: il teatro milanese la licenziò per giusta causa.
Ora, dopo che la sezione lavoro della Corte d’Appello ha accolto il ricorso, ha annullato la sentenza di primo grado che le dava torto e ha disposto il suo reintegro nel corpo di ballo, per la Scala c’è ancora la Cassazione. Per il momento, però, deve rispettare il verdetto e far tornare la Garritano sul palco.
Claudia Guasco racconta sul Messaggero la triste vicenda della Garritano:
“Tutto nasce dal libro «La verità, vi prego, sulla danza», firmato con lo pseudonimo di Mary Garrett. Scrive dei sacrifici, delle fragilità, dei problemi alimentari. Il quotidiano Observer la intervista e la solista apre uno squarcio su quella che, dice, è la realtà del corpo di ballo della Scala. Nulla di più lontano dai romantici tutù e dalla leggiadria delle punte: racconta dell’inseguimento ossessivo della magrezza, di operazioni di riduzioni del seno, anoressia, bulimia e depressione. Di regimi alimentari dissennati che portano al ricovero, che sono alla base di fratture ossee e possono causare infertilità. Accuse gravi, alle quali la Scala ha risposto con il licenziamento. Così motivato: «Lesione dell’immagine e rottura del rapporto di fiducia»”
Nessun sostegno dalle compagne, anche se le affermazioni di Liliana Cosi, ex prima ballerina della Scala, sono molto eloquenti:
“«All’uscita dell’articolo sull’Observer le colleghe erano molto infastidite, perché tutto si può dire meno che qui ci sia istigazione all’anoressia», assicura un dipendente del teatro. Solo nell’ultimo anno e mezzo «nove ballerine sono diventate mamme». Niente vessazioni nè restrizioni alimentari insostenibili, dunque. Anche se, come ha ammesso Liliana Cosi, ex prima ballerina della Scala e protagonista dello “Schiaccianoci” con Nureyev al Bolshoi, «tutte le ballerine hanno problemi alimentari, me compresa. È normale e fa parte del lavoro». L’etoile ricorda le pressioni psicologiche: «esistono dei parametri. Al Bolshoi chiedono che una ballerina di un metro e 60 pesi 37 chili, mentre ai miei tempi erano 47». Non solo: «Per entrare all’Opera di Parigi bisogna presentare l’albero genealogico per verificare se in famiglia ci sono stati casi di obesità». Insomma, «se la denuncia della Garritano solleva un dibattito pubblico sulla questione, il sistema è questo. Ti vogliono anoressica? Vai via». Maria Francesca invece ha continuato la sua battaglia contro l’anoressia: ha fondato “Danza in Salute“, per insegnare a stare sulle punte senza mortificazioni”