Medici: “Non chiamateli pazienti. D’ora in poi sono persone assistite”
21 Agosto 2013 - di Mari
ROMA – Basta pazienti: l’ordine dei medici ha deciso. D’ora in avanti chi è in cura presso un dottore si chiamerà semplicemente “persona assistita”. La novità, dopo mesi di discussioni, è stata introdotta nel codice deontologico e dovrà essere esaminata dalla Fnomceo, la federazione nazionale degli ordini dei medici, a cui spetterà l’approvazione finale entro l’autunno.
Come ricorda Margherita De Bac sul Corriere della Sera, anche altre parole sono state eliminate nel nuovo testo, aggiornato rispetto all’ultima versione del 2006. Tra i termini ‘vietati’ ci sono “malato”, “ammalato”, “soggetto”, “individuo”, “cittadino”.
Gli esperti non sono però tutti favorevoli alla novità. Amedeo Bianco, presidente di Fnomceo e senatore Pd, sostiene che
“il termine ‘persona assistita’ trasmette il significato immediato di chi ha diritto a ricevere cure e assistenza senza passività. Anzi deve essere più che mai al centro del sistema. È un cambiamento importante. C’è stato un ampio dibattito, non va considerato un esercizio accademico”.
Diverso è il pensiero dell’ematologo Franco Mandelli, da anni impegnato nella lotta contro le leucemie.
“Preferisco dire paziente perché si addice a un malato che deve avere pazienza nell’accettare le cure e aspettare di guarire. Il concetto legato ad assistito non mi piace perché si può avere bisogno di un medico ma non della sua assistenza. Penso ad esempio a chi ha un valore sballato di globuli bianchi e non ha necessità di restare in ospedale. Continuerò a esprimermi come sempre ho fatto”.