Monica Cirinnà, chi è la senatrice delle unioni civili FOTO
4 Febbraio 2016 - di Claudia Montanari
ROMA – Monica Cirinnà, chi è la senatrice delle unioni civili FOTO. È al Senato della Repubblica dal 2013 ma il suo nome è ormai indissolubilmente legato a quel disegno di legge che, solo negli ultimi mesi, è sulla bocca di tutti: quello sulle unioni civili. Tanto si è detto, molto si è fatto (Family Day compresi). Ma chi è veramente questa Senatrice semi-sconosciuta fino a poco tempo fa che sta letteralmente dividendo il mondo della politica e l’opinione pubblica? Nata A rOMA NEL ’63 (52 anni), la Cirinnà è laureata in Legge. È ormai da più di 20 anni che si occupa di politica: nel 1993 viene eletta in consiglio comunale a Roma per la Federazione dei Verdi a sostegno di Francesco Rutelli. Viene poi rieletta altre tre volte con i Verdi e per il Partito Democratico nel 2008. Nel dicembre 2012 si è candidata alle primarie per la scelta dei candidati parlamentari del PD in vista delle elezioni del 2013, risultando l’ottava classificata a Roma città, e venendo quindi poi eletta al Senato della Repubblica nel 2013.
Ma chi è davvero Monica Cirinnà? Intervistata da Vanity Fair, la Senatrice si racconta. Spiega le sue origini, e da dove proviene questo suo tanto discusso decreto legge:
“Sono cresciuta in una famiglia cattolica e molto tradizionale. I miei genitori, papà siciliano e mamma milanese, hanno educato me e i miei due fratelli, che poi sono diventati tre perché hanno adottato un ragazzo di 15 anni, all’accoglienza. A casa mia c’era sempre una brandina pronta ad essere usata per ospitare zii, cugini, parenti e chiunque avesse bisogno”.
La Cirinnà parla della legge da lei proposta:
“Questa legge tenta di introdurre nel diritto italiano il fatto che la famiglia tradizionale, quella naturale, non possa essere cristallizzata in un articolo della Costituzione del 1948. Il nucleo familiare si è evoluto insieme con la nostra società e i nostri giovani, che sono diventati cittadini del mondo e nativi digitali. Qui torniamo al concetto di accoglienza: il Parlamento deve sapere accogliere anche chi non corrisponde più a quell’Articolo originale, dandogli una nuova dignità”.
Infine, la Cirinnà spiega in maniera chiara anche la tanto discussa “stepchild adoption”:
“Bisogna spiegarla bene senza spaventare inutilmente gli italiani. Se c’è stato un nemico invisibile contro cui io ho combattuto negli ultimi 2 anni è la voluta banalizzazione e disinformazione su due punti fondanti. Il primo: le unioni civili non corrispondono al matrimonio. Il secondo: l’adozione non c’entra con le coppie gay. Si tratta semplicemente dell’estensione della responsabilità genitoriale sul figlio del partner, a sola ed esclusiva tutela dei bambini. E attualmente in Italia esistono già figli che hanno due mamme e due papà. Le faccio un esempio: supponiamo che io e ,mio marito abbiamo un figlio, divorziamo e che io mi risposi. A un certo punto, il mio ex accetta una proposta di lavoro all’estero, continua ad amare il suo bimbo, mantiene la patria potestà, ma essendo lontano non se ne può occupare. Chi si fa carico di accompagnarlo a scuola, chiamare il medico se ha l’influenza è il mio nuovo compagno, perché io come Senatrice esco a mezzanotte dal Parlamento. Non le sembra giusto che la responsabilità genitoriale venga estesa a quest’uomo?” E alla giornalista, che fa notare alla Cirinnà che questo esempio si riferisce a una coppia etero, risponde: “Infatti, la questione è tutta qui: il riconoscimento della capacità genitoriale di due donne o due uomini”.