Mutilazioni genitali femminili, 125 milioni di bambine e donne colpite
23 Luglio 2013 - di Mari
NEW YORK – Mutilazioni genitali femminili, sono oltre 125 milioni le bambine e le donne vittime di questa pratica nel mondo. La stima arriva dal rapporto dell’Unicef, che avverte che nei prossimi dieci anni altre 30 milioni di bambine rischiano di subire mutilazioni genitali.
Il rituale viene praticato dai seguaci di varie fedi in diversi Paesi dell’Africa e del Medio Oriente. Non si tratta solo di musulmani, ma anche di cristiani e di credenti delle religioni tradizionali.
Il tasso più alto di mutilazioni genitali si verifica in Somalia, dove il 98% delle donne fra i 15 e i 49 anni le ha subite, seguita dal 96% della Guinea, il 93% a Djibouti e il 91% in Egitto. La pratica è invece in forte calo in Benin, Repubblica Centrafricana, Iraq, Liberia e Nigeria.
Tra le donne che le hanno subite una su cinque vive in Egitto. Rispetto a 30 anni fa le bambine hanno comunque meno probabilità di essere sottoposte a mutilazioni, e il sostegno alla pratica è in declino, anche nei Paesi dove è ancora largamente diffusa, come l’Egitto e il Sudan. In Kenya e Tanzania le bambine hanno tre volte e mezzo in meno la probabilità di subire l’escissione rispetto alle loro madri e il tasso scende alla metà in Benin, Centrafrica, Iraq, Liberia e Nigeria.
Somalia, Guinea e Gibuti registrano un’alta prevalenza di mutilazioni con più di 9 donne e bambine su 10 tra i 15-49 anni che hanno subito tale pratica. E non vi è stato alcun calo significativo in Paesi come Ciad, Gambia, Mali, Senegal o Yemen.
Il rapporto sottolinea che è ancora forte il senso di obbligo sociale che fa perpetuare questa pratica, nonostante che a livello individuale cresca l’opposizione. In particolar modo in Ciad, Guinea e Sierra Leone, sono addirittura più gli uomini che le donne a volere la fine delle mutilazioni.