Negozi chiusi la domenica giusto o sbagliato? Le proteste della GDO
10 Settembre 2018 - di Claudia Montanari
ROMA – Negozi chiusi la domenica, giusto o sbagliato? Da quando il ministro Luigi Di Maio ha affermato la volontà di accelerare l’iter per una legge che regolamenta l’apertura domenicale dei negozi, sull’argomento sono intervenuti in molti. Come si legge su Ansa, Di Maio sembra intenzionato ad accelerare la stretta sulla liberalizzazione delle aperture e degli orari nel commercio, introdotta nel 2011 con il decreto ‘Salva Italia’. La questione però è molto dibattuta. Plaudono i sindacati, da sempre schierati contro la deregolamentazione e il conseguente “far west”. Preoccupata, al contrario, la GDO, Grande Distribuzione Organizzata: a rischio ci sarebbero 40-50mila lavoratori, avverte l’amministratore delegato e direttore generale di Conad, Francesco Pugliese. Rilancia l’allarme occupazione il presidente di Federdistribuzione, l’associazione che riunisce le aziende della distribuzione, Claudio Gradara: un provvedimento di cui “non vediamo la necessità e l’opportunità” e di cui “non si capisce la tempestività”.
Ma Di Maio va avanti e traccia la cornice dell’intervento legislativo per introdurre “turnazioni” e limiti dell’ “orario, che non sarà più liberalizzato, come fatto dal governo Monti. Quella liberalizzazione – sottolinea il vicepremier – sta infatti distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare orari di apertura e chiusura”.
Una prospettiva che non piace affatto alla Gdo: “La grande distribuzione occupa 450 mila dipendenti – sottolinea Pugliese -. Le domeniche incidono per il 10% e quindi sicuramente avremo circa 40-50mila tagli. Ora quei 400 mila saranno felici di non lavorare, i 50 mila non so se lo saranno”. Per l’ad di Conad, la liberalizzazione delle aperture guarda soprattutto “nell’ottica dei cittadini. Ci sono 19 milioni e mezzo di persone che vanno a fare la spese nei negozi la domenica”. Di certo, sottolinea Gradara, “le aperture domenicali sono un grande successo, hanno dato un sostegno ai consumi in un momento di grande necessità”. E poi c’è un altro tema con cui fare i conti, l’e-commerce: mettere limitazioni al commercio mentre le vendite on-line vanno a gonfie vele sarebbe “un handicap per l’intero settore”, evidenzia il presidente di Federdistribuzione. Più cauta Confcommercio, che dice sì al dialogo per “una regolamentazione minima e sobria” delle chiusure festive: “Ridiscutere con atteggiamento non ideologico il ruolo della distribuzione è un primo passo importante e condivisibile”. Netta, invece, la posizione dei sindacati, promotori anche di diverse campagne contro ‘la spesa’ nei giorni festivi: “Intervenire è una priorità”, insiste la segretaria generale della Filcams-Cgil, Maria Grazia Gabrielli, ritenendo “indispensabile un confronto per porre un limite alle aperture incontrollate, che in questi anni hanno stravolto il settore e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del commercio”.