Nunzia De Girolamo e Lorenzin vs Santanchè: donne Pdl in guerra
11 Luglio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Nunzia De Girolamo e Beatrice Lorenzin si scagliano contro Daniela Santanché.
Il Pdl sarà anche unito in nome di Silvio Berlusconi, ma ogni tanto qualche tumulto interno c’è. Questa volta Daniela Santanché è stata presa di mira da Nunzia De Girolamo e Beatrice Lorenzin.
“Interpellata sull’ipotesi che il Cavaliere prima o poi sia costretto a fare i conti con l’interdizione dai pubblici uffici – scrive Tommaso Montesano si Libero Quotidiano– De Girolamo ha allontanato le nubi da Palazzo Chigi. «Ci auguriamo che la pacificazione riguardi anche i poteri dello Stato», ha premesso. Ma se così non fosse, «se dovessimo arrivare al male peggiore», ovvero l’estromissione forzata del leader del Pdl dalla scena politica, in ogni caso «il governo non pagherebbe». Perché lo stesso Berlusconi «ha fatto una scelta diversa: quella di tutelare l’Italia e gli italiani. E il governo è nell’interesse del Paese, non di Silvio Berlusconi»”.
Poi, arriva la stoccata verso Daniela Santanché. Si legge su Libero Quotidiano:
“La ministra delle Politiche agricole è stata anche sollecitata a pronunciarsi sulle differenze tra lei e la collega Santanchè. E non ci sono stati sconti. «In cosa siamo diverse? Nell’età», ha risposto con una risata De Girolamo. Salvo aggiungere che se è vero che entrambe possiedono un «carattere forte, lo esprimiamo in maniera differente». E i motivi forse vanno ricercati, ha aggiunto polemicamente la numero uno delle Politiche agricole, «nel fatto che lei viene dall’estrema destra e io da un partito liberale e moderato come Forza Italia». Proprio come tenne a ricordare, qualche giorno fa, anche Angelino Alfano, segretario del Pdl nonché ministro dell’Interno”.
“Il ministro della Salute, intervistata da Sette, ha respinto con forza l’ipotesi che l’ex sottosegretario all’Attuazione del programma possa diventare il leader della nuova formazione che sostituirà il Pdl: «Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Lei è con noi da poco. E non rappresenta la maggioranza del partito». Per la nuova Forza Italia, piuttosto,meglio rispolverare lo «spirito del 1994: un partito inclusivo che ospitava liberali e socialisti, democristiani e riformisti. Dobbiamo aprirci e non chiuderci a riccio”