Usa, repubblicani: leggi shock. Donne a favore di Obama
16 Marzo 2012 - di Claudia Montanari
USA- Le donne americane sono, negli ultimi tempi, letteralmente terrorizzate da quello che sta accadendo negli Usa. Da tempo infatti il partito repubblicano ha intrapreso un percorso piuttosto “aggressivo” su temi sociali come aborto, maternità e contraccezione.
Si legge sul “Corriere della Sera”: “In Sud Dakota i repubblicani hanno proposto una legge che potrebbe rendere legale uccidere un dottore abortista. In Maryland hanno tagliato i fondi agli asili per poveri “perchè le donne devono stare a casa con i figli, non lavorare”. In Georgia vogliono cambiare in “accusatrice” il termine legale per definire le vittime di stupri (per i crimini non di genere come la rapina si continuerà ad utilizzare “vittima”)”.
E, ovviamente, di questa inaspettata “crisi” ne approfitta il presidente Obama, che come si legge su “La Stampa”, “punta sulle donne per garantirsi la rielezione. Gli attacchi dei repubblicani alla sua riforma sanitaria, e in particolare le polemiche delle ultime settimane sui contraccettivi, hanno aperto uno spazio politico che la Casa Bianca vuole occupare in fretta, per costruirsi un vantaggio tra l’elettorato femminile in vista di novembre. Da oggi partirà un’offensiva fatta di lettere personali, iniziative ed eventi, finalizzata a riconquistare e assicurare il consenso delle donne”.
Spiega “Corriere della Sera”: “Secondo l’ultimo sondaggio Wall Street Journal /NBC il Presdente Obama è già in vantaggio di ben 18 punti tra le donne di ogni colore politico” e ancora “dopo mesi di petizioni per “fermare la guerra” ieri la rabbia è esplosa nell’aula del Senato, dove i Democratici hanno chiesto l’approvazione del Violence Against Women Act, la legge sulla violenza domestica osteggiata dai repubblicani: “Siamo arrabbiate e siamo stufe marce” ha tuonato la Senatrice democratica Maria Cantwell, mentre la collega repubblicana dell’Alaska Lisa Murkowsky ammoniva i colleghi che “rischiamo di essere dipinti come anti-femministi”.”
Anche la paladina per antonomasia dei diritti delle donne, Hillary Clinton, si è fatta sentire benché non dovrebbe entrare in merito alla politica interna: “Non importa da quale paese vengono e quale religione praticano -ha spiegato al Women in the World Summit svoltosi sabato a Manhattan- vogliono controllare come ci vestiamo, come agiamo e persino le decisioni che prendiamo sulla nostra salute e i nostri corpi”.
Il “Corriere della Sera” spiega come “dalle pagine del New York Times la nota columnist Maureen Down se la prende con il candidato antiabortista e anticoncezionali Rick Santorum e con Mitt Romney che martedì ha proposto di eliminare i fondi federali destinati a Planned Parenthood, organizzazione no-profit che fornisce assistenza medica a basso costo a 5 milioni di donne indigenti ma invisa alla destra perchè il 3% dei suoi servizi sono aborti”.
Certo, questo nuovo “clima” spiana indubbiamente la strada ad Obama.