Olanda, “no alle pellicce”: al bando gli allevamenti di animali
19 Dicembre 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – Ogni allevamento di animali dedito alla produzione di pellicce è stato messo al bando in Olanda. Il Senato dell’Aia ha approvato la legge dopo un percorso durato 7 anni voluto dall’associazione animalista olandese Bont Voor Dieren
A quanto pare, però, ancora per molti anni questo tipo di allevamenti di animali avranno vita: il divieto diventerà infatti effettivo a partire dal primo gennaio 2024, concedendo così 10 anni di tempo per smantellare i 159 allevamenti di visoni che ogni anno utilizzano circa 6 milioni di animali.
Per la riconversione degli allevamenti in altro tipo di attività agricola il Governo accantonerà annualmente 2 milioni di euro, sino a mettere a disposizione degli allevatori un totale di 28 milioni di euro. Il divieto dell’Olanda, secondo produttore europeo di pellicce di visone, si somma ai divieti già approvati in Austria, Inghilterra, Irlanda del Nord, Scozia, Croazia e Bosnia. E anche la Danimarca, che oggi è il primo paese europeo produttore di pelli di visone (oltre che di chinchilla e volpi) ha detto basta all’allevamento di animali per la produzione di pellicce, a partire dal 2024. Lo annuncia la Lav, lega antivivisezione.
Simone Pavesi, responsabile campagna pellicce della Lav ha dichiarato: ”Ora è necessario che anche l’Italia, primo Paese europeo a vietare il commercio di pellicce di cane e di gatto, nonché Paese guida per il bando europeo alle pellicce di foca, prosegua in questo percorso, approvando quanto prima la proposta legislativa predisposta dalla Lav e già depositata alla Camera e al Senato nella legislatura uscente” e sottolinea: ”Se lo ha fatto l’Olanda e soprattutto per ragioni etiche, il secondo Paese europeo per produzione di pelliccia di visone, con 6 milioni di animali allevati ogni anno in 159 allevamenti, allora l’Italia con i suoi 10 allevamenti e 150mila animali condannati non puo’ essere da meno”.
L’Olanda aveva già vietato nel 1995 e nel 1998 l’allevamento di volpi e di chinchilla per la produzione di pellicce, anche in quel caso con dieci anni di tempo per lo smantellamento delle strutture, ma senza alcun incentivo economico; con questo ulteriore provvedimento si mette la parola fine ad una attività ritenuta non necessaria ed ingiusta dal 93% degli olandesi.
Nicole van Gemert, direttore di Bont Voor Dieren ha dichiarato: ”Un’inchiesta del ministero delle Politiche Agricole condotta all’inizio di quest’anno ha dimostrato che solo il 7% degli olandesi approva l’uccisione degli animali per la loro pelliccia. Il divieto di allevare visoni, quindi, è solo il logico passo che segue il divieto di pellicce di cane, gatto e foca”.