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Omicidio Natascia Meatta, la lettera “presagio” scritta alla figlia Nicole

ROMA – Una lettera d’amore, un ricordo che, ad oggi, suona come un “presagio“. Natascia Meatta, la donna di 27 anni di Tor Bella Monaca uccisa un mese fa dall’ex compagno Alessandro Popeo, un paio di mesi prima di morire ha affidato alle pagine di un “diario” una lettera piena d’amore destinata alla figlia.
Il giorno dopo i funerali della giovane Natascia, uccisa da un colpo di pistola sparato in casa dall’ex fidanzato, vigilante, spunta una lettera dedicata alla figlia Nicole, la piccola che a soli 2 anni ha assistito alla morte della mamma.
Una lettera intrisa d’amore che Natascia avevo scritto alla piccola non più di un paio di mesi fa e nascosta tra i giocattoli di Nicole:

«Ciao amore mio è mamma che scrive, lo so che sei piccina per leggere ciò che col cuore in mano sto scrivendo, ma un giorno tu leggerai queste parole e forse ti renderai conto quanto sei importante per me… Sai cucciola la vita è bellissima ma a volte ti mette alla prova… Come? Lo vedrai da sola perché anche per te ci sono prove in serbo. Spero solo di averti preparato bene a superarle», scrive Natascia. «Spero che ti ricorderai quando a terra dopo una caduta ti ho rialzata… Spero che ti ricorderai quando ti ho lasciato piangendo all’asilo ma solo per donarti e prepararti al mondo… Spero figlia di darti il meglio di me e quel che peggio spero lo scorderai. Perché io ti amo, Ninni. Più della mia vita. La tua mamma».

Adelaide Pierucci scrive sul Messaggero:

“La lettera ora è sigillata e riposta. Nicole la leggerà da grande, quando si saprà con certezza come e perché sia dovuta crescere senza la mamma. Per ora suo padre è in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Il pm Paolo Ielo e l’aggiunto Pierfilippo Laviani, acquisite le perizie balistiche e i risultati dell’autopsia, martedì scorso, a un mese dalla morte di Natascia, hanno fatto scattare le manette per il vigilante. Popeo oggi sarà interrogato dal gip. Finora ha raccontato una verità diversa. «Non so come sia partito il colpo. Volevo solo mettere al sicuro l’arma», ha spiegato, «perché avrei dovuto ucciderla? E perché peggio l’avrei dovuto fare davanti alla bimba e a un testimone. A Natascia volevo bene».

Dall’inchiesta invece è emerso un rapporto conflittuale, fatto persino di botte. Nell’ordine di cattura si escludeva l’errore, anzi venivano specificati quattro punti «dell’azione omicida»: eliminazione della sicura dell’arma, caricamento del colpo in canna, spostamento della pistola ed esplosione del colpo». Domani sera, in memoria di Natascia e di tutte le vittime di femminicidio, si svolgerà una fiaccolata a Tor Bella Monaca. Ci saranno canti, candele, palloncini e preghiere”

Claudia Montanari

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