Addio telefono: vietate le chiamate a impiegati pubblici
21 Giugno 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – Il Governo Monti e la spending review questa volta “attacca” la Pubblica Amministrazione. Così, chiamare dall’ufficio un’altra città o addirittura all’estero, complice magari la scarsa vigilanza e un diffuso “così fan tutti” per loro non sarà più possibile. Ovviamente, non per tutti. Sembra infatti che dirigenti e direttori potranno continuare tranquillamente a chiamare cellulari o un’altra città dal proprio ufficio.
I telefoni della P.A. “saranno abilitati esclusivamente alle chiamate urbane, ferma restando l’assegnazione al personale dirigenziale delle utenze abilitate alle chiamate nazionali e verso direttrici mobili, nonché alle chiamate all’estero per i soli Direttori”. Lo prevede una circolare della Funzione pubblica.
Si legge nella nota: Nell’ottica del piano di spending review varato dal Governo e in linea con la Direttiva generale del Ministro per la P.a., Filippo Patroni Griffi, ispirata ai principi del contenimento e della razionalizzazione della spesa per l’anno 2012, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha provveduto ad emanare una circolare con l’intento di ridurre i costi legati alla telefonia da parte del personale del Dipartimento. Le utenze saranno abilitate esclusivamente alle chiamate urbane ferma restando l’assegnazione al personale dirigenziale delle utenze abilitate alle chiamate nazionali e verso direttrici mobili, nonché alle chiamate all’estero per i soli Direttori degli uffici e per i dirigenti competenti per le attività internazionali. A ciascun dirigente sarà affidata la responsabilità per le spese derivanti dall’utilizzo delle linee assegnate, verificando ed assicurando un corretto utilizzo anche di quelle utenze specificatamente autorizzate. L’amministrazione pubblica ”è come la nostra casa – afferma il Ministro per la P.a. Filippo Patroni Griffi commentando il taglio alle linee telefoniche – Dobbiamo sempre più tagliare le spese inutili, quelle superflue, quelle evitabili. A cominciare da quelle che appaiono piccole. La spending review è anche questo: una rivoluzione del buonsenso”.