Partorire un figlio genio? Secondo Forbes si può: seguendo 10 regole
29 Gennaio 2014 - di Claudia Montanari
ROMA – “Fabbricare” un figlio genio? Secondo la rivista Forbes è possibile, basta che le mamme seguano, prima e dopo il parto, 10 regole essenziali e il figlio super genio è servito.
Ad analizzare i dati di Forbes è Giordano Tedoldi che su Libero Quotidiano evidenzia le 10 regole fondamentali secondo Forbes:
“Primo: non programmare la nascita, anzi «tenete la pagnotta nel forno il più a lungo possibile ». Lo dicono i biologi evolutivi della britannica Durham University, che hanno scoperto il rapporto tra gravidanze lunghe e cervelli più grandi. «Conil cervello piùgrande, hai più potenza cognitiva », spiega il ricercatore Robert Barton. Prima delle 39 settimane il cervello rischia di non essere sufficientemente sviluppato, a scapito della «potenza cognitiva»
Secondo: assumete presto integratori del ferro. Quasi la metà delle donne ha livelli di ferro troppo bassi, il che pregiudica, di nuovo, lo sviluppo cerebrale del bambino, col rischio di ritardi nell’apprendimento e nella facoltà linguistica.
Terzo: allattate finché non ne avete più. Il solito Barton assicura che più allattate (dai 12 ai 24 mesi almeno) più il cervello del vostro bambino vi sarà grato.
Quarto: divorate alimenti con acidi grassi essenziali, i famosi omega-3 e omega-6, sia durante che dopo la gravidanza. Effetti positivi? Il vostro bambino crescerà come un piccolo Superman, sviluppando oltre a strabilianti capacità cognitive anche un’avanzata potenza visiva. Quindi per mettere al mondo un supereroe, fate fuori scorte di avocado, trangugiate latte, non lesinate l’olio d’oliva, tutti alimenti ricchi di acidi grassi.
Quinto: fate dormire il bambino di notte. I riposini quotidiani non sono sufficienti, è il sonno notturno quello che sviluppa la capacità di concentrazione, l’autodisciplina (il pargolo sarà geniale ma obbediente) e la memoria. Gli scienziati consigliano di sedare il piccolo in tre passi: bagnetto caldo, massaggio e poi una favola o una ninna-nanna. Anatoly Belilovsky, pediatra newyorchese, sconsiglia anche di far compagnia al piccolo che piange nella notte: la vostra presenza non farà che disturbare il suo sonno.
Sesto: fornite al bambino la compagnia di un animale, ovviamente domestico. Un cane, un gatto, aiuteranno la sua intelligenza sociale. Gli animali sono come dei giocattoli intelligenti che insegnano al bimbo a interpretare le espressioni e le emozioni, nonchéforgiano ilsuocarattere quando deve farsi restituire il ciuccio dalle fauci del rottweiler.
Settimo: altro che nativi digitali, teneteli lontani da schermi di qualunque genere. Niente tablet, tv, dvd, videogiochi finché non hanno 3 anni. Dovete invece stimolare la loro intelligenza linguistica parlandogli, farli socializzare con altri bambini della stessa età, farli giocare in luoghi aperti dove possano imparare il senso dello spazio, dar loro giocattoli in cui si debba fare di conto per acquisire il concetto di quantità.
Ottavo: i giochi devono essere condivisi con un adulto. Da solo, un bimbo non sente la sfida, pasticcia, monta e smonta i cubi senza seguire la mission né aver chiaro il target. Per renderlo veramente competitivo, bisogna che senta la presenza di un adulto, che lo giudichi, e allora sì che risolverà il rompicapo in due secondi.
Nono:evitate di esporre i bimbi al piombo, danneggia lo sviluppo cerebrale; i bambini con elevati livelli di piombo nel sangue sono scarsi in matematica, lettura, ragionamento non verbale e memoria a breve termine. Quindi occhio a vernici, giocattoli, terreni chepotrebbero contenereilnocivo metallo.
Decimo: alla larga anche dal traffico. Secondo uno studio del Columbia Center per la Salute ambientale dei bambini, le gestanti che si espongono ai fumi del traffico mettono al mondo bambini con problemi di attenzione. Il veleno degli scarichi, attraverso la placenta, si lega alDna del piccolo, provocandogli futuri disturbi comportamentali.
Secondo Giordano Tedoldi, però, non è detto che le regole siano davvero sempre valide e adduce anche delle controprove:
“Lo sappiamo bene che gli acidi grassi sono un elisir d’intelligenza e che dormire bene la notte fa bene, ma quanti geni sono venuti al mondo da famiglie sull’orlo dell’indigenza, che certo non si sfamavano con avocado e salmone? E quanti sono stati scodellati da genitori turbolenti che impedivano ogni quiete notturna per il sonno? E quanti giocavano da soli senza l’oppressione dell’adulto-giudice? A immaginare lo stress con cui le mamme tenteranno di rispettare il decalogo del piccolo genio ci vengono i brividi: rischiano di farsi venire un attacco isterico già alla prima settimana, tra cani, integratori del ferro, rilevatori di piombo e il bambino che profumerà non già di quell’inconfondibile grasso aroma di neonato, ma di avocado”