Pensioni, per le donne sempre più lontana: andranno a 64 anni e 9 mesi
24 Dicembre 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Donne, sale a 64 anni e 9 mesi l’eta minima per poter ottenere la pensione di vecchiaia. La legge di Stabilità pareggia sempre più il “gradino” che vi è tra uomo e donna per andare in pensione di vecchiaia.
A fare il punto della situazione è Domenico Comegna che sul Corriere della Sera scrive:
“L’innalzamento del limite di età è iniziato nel 1993 con la riforma Amato che ha portato la soglia anagrafica, sebbene gradualmente, da 55 a 60 anni. A partire dal 2012 è cambiato tutto. La legge Monti-Fornero ha infatti dato un deciso colpo di acceleratore alla equiparazione con gli uomini, già peraltro decisa dal precedente governo Berlusconi, che nell’estate 2011 aveva previsto un percorso che doveva iniziare nel 2014 per raggiungere il traguardo nel 2026. Ma non è stato così. Dal primo gennaio 2012, infatti, l’età delle donne è salita di colpo a 62 anni — soglia alla quale già nel 2013 sono stati aggiunti 3 mesi (per via dell’adeguamento alle cosiddette speranze di vita) — e sarà ulteriormente elevata a 63 anni e 9 mesi nel 2014. Per le lavoratrici autonome (commercianti, artigiane e coltivatrici dirette), invece, lo scalone del 2012 è stato di 3 anni e 6 mesi (l’età è passata da 60 a 63 anni e mezzo). Limite che salirà a 64 e 9 mesi nel 2014″.
Tuttavia le donne potranno scegliere se andare, fino al 2015, in pensione con le vecchie soglie minime, ovvero almeno 57 anni di età(58 per le lavoratrici autonome) e 35 di contributi accettando però un trattamento interamente calcolato con il sistema contributivo. Ovvero, accettare di prendere una pensione molto più bassa, del 25-30% in meno.
E chi vuole “anticipare la vecchiaia”, andare in pensione prima dell’età minima? Dovrà accumulare 42 e 6 mesi di contributi (gli uomini) o 41 anni e 6 mesi (le donne).