UE, prodotti largo consumo rischiosi: Cina in testa tra i produttori
21 Maggio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Benché le regole dell’UE siano molto rigide per quanto riguarda la sicurezza dei prodotti, anche nel 2012 il problema dei “prodotti rischiosi” per la salute delle persone non è mancato.
Tra i prodotti più frequentemente rischiosi si sono segnalati gli indumenti, i prodotti tessili e gli articoli di moda (34%), seguiti dai giocattoli (19%). Tra i rischi notificati più spesso in relazione a questi prodotti vi erano il rischio chimico, il rischio di strangolamento e il rischio di lesioni. I rischi di lesioni e di strangolamento sono spesso riscontrati negli indumenti per l’infanzia a motivo della presenza di tiranti e cordini, ad esempio nei costumi da bagno.
Tra i prodotti vietati nell’UE nel 2012 vi erano uno sbiancante per la pelle contenente idrochinone (il cui uso è vietato nei cosmetici e nei prodotti per l’igiene personale) e una bambola di plastica contenente dietilesilftalato a una concentrazione del 38,5% in peso che configurava un rischio chimico. Le imprese dovrebbero provvedere affinché questi rischi ormai noti vengano eliminati già prima di iniziare la produzione.
La Cina è ancora in testa ai paesi d’origine dei prodotti pericolosi segnalati nel sistema d’informazione RAPEX. L’anno scorso il 58% del totale delle notifiche di prodotti che presentavano un grave rischio si riferiva a prodotti provenienti dalla Cina. Per migliorare la situazione l’UE lavora a livello bilaterale con la Cina per lo scambio di informazioni tra le autorità e per assicurare una comunicazione adeguata. L’UE e la Cina produrranno in breve una serie di video destinati ai fabbricanti cinesi e agli importatori europei e contenenti informazioni sulla sicurezza dei prodotti.