Profilattico non ti piace? Ecco come diventerà
29 Ottobre 2015 - di Claudia Montanari
ROMA – Il profilattico non piace: questo è l’unico dato certo che emerge dalle statistiche in merito al preservativo. Tanto utile quanto scomodo, poco pratico e costoso, esiste da 80 anni ed è l’unico anti-concezionale in grado anche di proteggerci dalle malattie. In quasi 100 anni di vita però, nonostante se ne siano inventate di tutti i colori (e sapori), nessuno è riuscito a renderlo amato da chi ne fa uso. Ora, però, sembra che le cose stiano cambiando. Grazie alle nuove tecnologie si stanno studiando materiali nuovi che, forse, potranno renderne più piacevole l’uso. Grafene, o forse idrogel o collagene? Scrive Chiara Severgini su Il Secolo XIX:
“Le idee, questo è chiaro, non mancano. Nel 2013 la Bill & Melinda Gates Foundation ha lanciato un bando per finanziare una «Nuova generazione di condom». Da allora ha attribuito 100.000 dollari di fondi a 22 prototipi in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Australia, dal Sud Africa all’India. Il preservativo del futuro potrebbe essere tra loro. Ma sarà poi tanto diverso da quelli che già conosciamo? Danny Resnic, uno dei primi vincitori del bando Gates, è abituato a questa domanda: «Mi sento spesso dire cose del tipo: “Cosa si potrà mai cambiare nei profilattici?”. La gente non riesce a immaginare nulla di nuovo perché non c’è mai stato niente di nuovo». La sua idea di profilattico del futuro si chiama “Origami Condom”, potrebbe arrivare sul mercato americano già alla fine del 2015 e non somiglia a nessun altro preservativo al mondo. Tanto per cominciare, non si srotola: si apre a fisarmonica. E poi è lubrificato internamente e anziché stringere il pene lo lascia libero di muoversi dentro la membrana in lattice, per riprodurre la sensazione di un coito naturale. Resnic ha in cantiere anche un modello interno, da inserire nella vagina o nell’ano prima del coito. Il 67 per cento delle persone che lo hanno testato, nel 2013, ha dichiarato di preferirlo al classico preservativo femminile. E se il futuro fosse dei preservativi non in lattice? Se gli Origami Condom vogliono cambiare tutto, c’è chi si accontenterebbe di cambiare il materiale. E non è cosa da poco. Il lattice è il re quasi incontrastato del mondo dei preservativi da quando l’Hiv ha indotto le istituzioni sanitarie di tutto il mondo a regolamentare in modo più stringente i profilattici. Alla fine degli anni ‘80, una serie di test condotti prima negli Stati Uniti e poi in Europa ha stabilito che il lattice, all’epoca, schermava dalle infezioni sessualmente trasmissibili meglio di qualunque altro materiale. Da allora non c’è stata nessuna vera novità, se non nel comparto “no latex” destinato soprattutto a chi è allergico alla gomma naturale. La sfida è quella di cambiare le carte in tavola servendosi di un materiale completamente diverso. Mark McGlothlin, dell’Apex Medical Technologies di San Diego, punta sul collagene ricavato da tessuti animali di scarto: resistente, ultrasottile e in grado di trasmettere il calore. In India, invece, il dottor Ragupathy di HLL Lifecare sta sperimentando con il grafene, uno dei materiali più resistenti al mondo. Il team guidato da Robert Gorkin dell’Università di Wollongong, in Australia, cerca di produrre un profilattico in idrogel, che oltre ad essere sottile e a trasmettere il calore del partner è anche biodegradabile. «I nostri preservativi non sono ancora pronti per i test di utilizzo veri e propri – spiega il professor Gorkin – ma abbiamo già fatto dei sondaggi sul gradimento del materiale e i primi risultati sono positivi: la maggior parte delle persone si è detta convinta dall’idrogel, che al tatto piace anche più del lattice»”.