Samantha Cristoforetti: “Così mi preparo alla missione nello spazio”
18 Novembre 2014 - di Mari
MOSCA – E’ ormai questione di giorni. Il 23 novembre l’astronauta Samantha Cristoforetti (cresciuta fra Malè e Bolzano) sarà la prima donna italiana in missione nello spazio. Partirà insieme ai colleghi di volo Terry Virts (Usa) e Anton Shkaplerov (Russia), e resterà sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per sei mesi.
Ad ottobre Cristoforetti, 37 anni, ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair in cui ha raccontato come è arrivata ad essere astronauta. Ad ispirarla è stato il cielo limpido del suo paese natale, in Trentino. Poi le letture di alcuni libri di fantascienza. Così si è impegnata in matematica e scienze.
“Ci sono due strade: una che passa attraverso gli studi di Ingegneria e l’altra che prevede la carriera militare come pilota miliare o civile. Io le ho percorse tutte e due. Quando io ho finito il Liceo le donne non erano ammesse nelle Forze Armate. Così ho iniziato Ingegneria Meccanica all’Università di Monaco, mi sono laureata e dopo (a quel punto era diventato possibile) ho partecipato al concorso per l’Accademia Areonautica di Pozzuoli: mi piaceva moltissimo l’idea di volare. E per finire ho preso anche il brevetto di pilota militare in Texas alla Euro-Nato Jet Pilot Training di Wichita Falls”.
Oggi Samantha, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea e pilota dell’Aeronautica Militare, parla cinque lingue: italiano, francese, inglese, tedesco e russo. Del resto un astronauta nello spazio deve
“saper fare un sacco di cose. Banalmente, anche aggiustare un’attrezzatura che va in panne (e sono tante e complessisime), fare lavori di semplice manutenzione, di gestione dei rifornimenti logistici. La Stazione è un porto orbitante dover arrivano e partono veicoli cargo. Ogni giorno, dopo una rapida daily planning conference di 10 minuti in collegamento con i diversi centri di controllo a terra, a ognuno di noi saranno affidati e confermati i suoi compiti. Ma il più importante resta quello di fare esperimenti scientifici di ogni tipo”.
Sulla Stazione Spaziale Samantha ha già spedito felpe, calze e pantaloni, per proteggersi dal freddo. E poi alcuni libri:
“Ho Palomar di Calvino, Pilote de Guerre di De-Saint-Exupéry. Ho anche preparato io stessa dei libricini piccoli piccoli con poesie, testi filosofici… e questi sono intesi come regali al mio ritorno”.