Costa Concordia, le rivelazioni di Domnica Cemortan: “Prima ci fu errore di ufficiale”
14 Marzo 2012 - di Claudia Montanari
GROSSETO – Certo, la pressione c’è, così come le colpe date o non date e il “si poteva fare di più” o “ha fatto tutto ciò che poteva”. Una cosa però è certa, a farne le spese, volente o nolente, oltre alle innocenti vittime del disastro della Costa Concordia, è anche Domnica Cemortan, la venticinquenne moldava a bordo della Costa Concordia la notte del disastro. In una intervista rilasciata al settimanale Oggi in edicola dall’8 febbraio, dà sfogo alla sua amarezza per tutto quanto è stato scritto sul suo conto nei giorni successivi al naufragio all’isola del Giglio. La “bionda del capitano”, la “donna misteriosa” non ci sta più e ammonisce: “La cosa grave che non capite il danno che mi state provocando. L’Italia parla e ride di me. Ma non esiste solo l’Italia. Anche la Moldavia parla di me e trova che non ci sia niente da ridere. Dicono che sto rovinando l’immagine del mio Paese e del mio popolo. A questo punto non è più gossip. Sta diventando una questione politica”. Lo aveva già detto al Corriere della Sera, a fine gennaio, ma il pettegolezzo è sempre duro a morire.
A quanto si legge nell’intervista su Oggi, a darle particolarmente fastidio è stata la relazione che le è stata attribuita col comandante Francesco Schettino, sempre agli arresti domiciliari come principale responsabile del disastro del 13 gennaio scorso. “Non ho mai detto ai magistrati “Io amo Schettino” – dice Domnica – Vorrei capire come puó essere uscita un’informazione del genere. Dicono che hanno trovato un mio bikini nella cabina di Schettino. E il mio bagaglio dov’è? Non c’è nient’altro di mio? Non ci sono pantaloni, non ci sono camice, niente? E no scusate, ci vuole qualcosa di più. Come si puó costruire una storia partendo da un bikini? E poi cos’hanno trovato su questo bikini che permetta di collegarlo a me? C’era scritto il mio nome, c’era la mia foto o il mio dna?”.
E se la prende con i pm che non le hanno mai fatto domande sulla presunta relazione col comandante: “Qualcuno mi ha detto che i miei vestiti sono sequestrati. Perché allora i magistrati non mi hanno interrogato su questo? Niente di niente. Quando sono entrata c’erano tre procuratori piú un signore in civile che chiamavano capitano. Quando mi sono seduta davanti a loro un procuratore mi ha detto: “Non ci interessiamo a questioni personali. Vogliamo sapere quello che tu hai visto e sentito sul ponte”. E così è stato. Per sei ore ho solo riferito quello che era successo sul ponte la notte del naufragio”.
Mette subito a tacere i gossip a partire dall’ultimo secondo cui Schettino sarebbe il padre della figlia nata due anni fa. Scoppia a ridere e ribatte: “Anche mia figlia adesso? Cosa volete che vi dica. Sì o no? Schettino ha i capelli neri. Mia figlia è bionda. No, non credo proprio sia figlia di Schettino. Comunque non mi interessa, dite quello che volete”.
Secondo Domnica la love story che ha affollato giornali e tv per mesi è ssolo frutto di una montatura mediatica costruita ad hoc per mettere in difficoltà il comandante della Concordia. “Questa notizia è stata messa in giro apposta per mettere sotto pressione il capitano: Vogliono isolarlo anche all’interno della sua famiglia”.
Nell’intervista a Oggi la moldava nega poi di aver cenato con il comandante Schettino. “A verbale è scritto che ero a cena col comandante. E’ un errore di traduzione. Schettino era con Gianpedroni, subito dopo li ha raggiunti Ciro Onorato, manager della ristorazione. Avevano finito di cenare… Il comandante mi ha chiesto se volevo prendere un dessert con loro… Non c’erano russi, niente alcol, niente droga, niente mafia. Chiedete ai magistrati. Ormai sanno tutto di quella serata. Cosa posso dire ancora? Il tiramisù era squisito e non so di cosa parlassero i miei superiori. Nominavano il Giglio, ma lo facevano alla svelta, con accento napoletano. Non ci capivo nulla. Finito il dessert, ci siamo alzati e il comandante mi ha invitato sul ponte, a vedere “a beautiful panorama’”.
Domnica riferisce poi di un fatto importante avvenuto in plancia, un errore nella trasmissione degli ordini sulla rotta. “Il capitano diceva qualcosa come ‘tre, due, cinque’ e uno alla volta gli ufficiali ripetevano ‘tre, due, cinque’, ‘tre, due, cinque’, ‘tre, due, cinque’. Sono andati avanti così per un po’. Ogni volta modificando la serie numerica”.
A un certo punto, però, il capitano ha dato una nuova sequenza. “Mettiamo che fosse ‘tre cinque zero’. Il primo ripete correttamente, il secondo e il terzo pure, ma il quarto, quello con l’accento strano, scandisce una sequenza diversa, per esempio ‘tre, cinque, cinque’. Il capitano ha imprecato. Ha urlato, ha detto che certi errori erano inaccettabili. Ha ripetuto l’ordine con voce più forte e tutti lo hanno ripetuto nel modo giusto. Saranno passati 30 o 40 secondi ed è iniziato il finimondo. L’impatto con gli scogli non lo abbiamo sentito, ma gli allarmi hanno cominciato a suonare, gli ufficiali correvano ovunque e ho capito che era successo qualcosa di grave… Forse quell’errore ha fatto perdere istanti preziosi e può essere stato fatale”.
In conclusione però Domnica torna sul suo rapporto col comandante e grida: “Sveglia! E’ chiaro che questa storia viene usata per distogliere l’attenzione. Affonda una nave che vale centinaia di milioni di euro, muoiono decine di persone, si rischia un disastro ambientale, sono in gioco aziende, posti di lavoro, premi assicurativi per miliardi di euro e noi di cosa parliamo? ‘Romeo’ Schettino e ‘Giulietta’ Cemortan. Se ci pensate è pazzesco”.