La schiava di Londra, lettera al vicino: “Sono intrappolata in rete di mostri”
26 Novembre 2013 - di Claudia Montanari
LONDRA – Per 30 anni tenute schiave e vittime di violenze fisiche e psicologiche. La vicenda delle 3 donne segregate in una casa a Londra continua a sdegnare la Gran Bretagna. I tabloid hanno pubblicato le disperate lettere (in totale circa 500) scritte dalla più giovane delle vittime, una 30enne britannica, e indirizzate al vicino di casa degli aguzzini, Marius Feneck: “Sono intrappolata nella rete di mostri terribili e malvagi”.
Secondo quanto emerso sembra che la giovane donna, innamorata del vicino di casa, gli abbia mandato circa 500 lettere d’amore e di richiesta di aiuto ma il vicino, pensando di essere vittima della morbosità di qualche persona con disagio mentale, non ha mai portato le missive all’attenzione delle autorità.
Giornali come il “Sun” e altri hanno pubblicato alcune di queste lettere, che in un paio di casi avevano allegate anche delle foto della ragazza. La donna metteva le lettere nella buca delle poste del vicino, che aveva una compagna e tre figli. Nei testi la ragazza dichiarava il suo amore per il vicino ma soprattutto scriveva delle condizioni in cui era costretta a vivere, parlando dei suoi aguzzini come dei ”mostri, pazzi, malvagi e razzisti”. Tutte le porte, si legge, rimanevano chiuse a chiave e “Rosie” -questo il nome con cui la ragazza si firmava- si diceva “terrorizzata solo al pensiero di fare qualcosa: perché loro potrebbero farti qualcosa di veramente terribile”.
E ancora: “osano farsi chiamare la mia famiglia, io li odio. Vivo momenti indicibili di tormento e ogni cosa che faccio è fatta per mantenerti al sicuro”.
Il vicino di casa, Feneck, non si capacita di tutta la storia e per lui arriva il momento del rimorso: ”È una grande vergogna che allora non conoscessimo cosa stava accadendo – ha detto – Avremmo potuto fare qualcosa per aiutare lei e le altre donne prigioniere”.