Marocco: 16enne costretta a sposare stupratore. Si sucida
16 Marzo 2012 - di Claudia Montanari
RABAT – Una ragazza di 16 anni si è suicidata in Marocco dopo essere stata costretta a sposare l’uomo che l’aveva violentata. La cosa, ha provocato forte sdegno e, si legge su “il Giornale” : “non si è suicidata, l’hanno suicidata, dicono i sostenitori della sua causa su Twitter, attivisti, blogger, ma anche gran parte della società civile del Marocco”.
Amina al-Filali si è uccisa la scorsa settimana a Larache, nei pressi di Tangeri, dopo che il suo stupratore aveva evitato il carcere invocando un articolo di legge che consente a chi violenta una donna di non essere perseguito penalmente nel caso in cui accetti di sposare la sua vittima. Qui uno stupro è ancora una vergogna da nascondere, che ricade sulla vittima e sulla sua famiglia, la quale può decidere di ripudiarla.Ed ecco che quella legge diventa una soluzione spesso accettata dalle famiglie delle giovani.
Oggi circa 300 persone hanno manifestato davanti al tribunale che aveva approvato il matrimonio in una dimostrazione organizzata dalla Lega Democratica per i diritti delle donne in Marocco e Bassima Hakkaoui, ministro per le donne e la famiglia e unico membro femminile del governo di Rabat, ha chiesto di avviare il dibattito per riformare la legge parlando all’emittente tv 2M.
Contro la legge è stata anche messa online una petizione da firmare, che in poche ore ha attirato migliaia di firme.
In base alla legge marocchina, lo stupro è punito con una pena dai 5 ai 10 anni, che salgono da 10 a 20 se la vittima è minorenne.