Svolta in Marocco: abolite nozze riparatrici in caso di stupro
24 Gennaio 2014 - di Claudia Montanari
RABAT – Il Parlamento marocchino ha approvato l’emendamento che abolisce le nozze riparatrici. D’ora in avanti non sarà più possibile, per uno stupratore, evitare il carcere sposando la vittima, come invece finora consentiva l’articolo 475 del codice penale.
La morte di Amina, ragazza di 16 anni che nel 2012 si è suicidata pur di non andare in sposa all’uomo che l’aveva stuprata, non è dunque avvenuto invano. Si legge su Repubblica
“La decisione giunge a due anni dal tragico suicidio di una giovane di 16 anni, Amina el Filali. Era 10 marzo del 2012 quando Amina preferì uccidersi piuttosto che farsi imporre il matrimonio con l’uomo che aveva abusato di lei. Un “no” silenzioso e lancinante, che è riverberato nella società marocchina illuminando il percorso che oggi ha condotto il Paese a compiere una scelta auspicata da tempo.”
Hassiba Sahraoui, vice direttore di Amnesty International per Medio Oriente e Nord Africa, ha accolto con favore la decisione ribadendo tuttavia che il Paese “ha ancora bisogno di una strategia globale per proteggere le donne dalla violenza” ed augurandosi che presto anche “Algeria e Tunisia si incamminino sulla stessa strada”.
Sahraoui ha anche sottolineato come una tale decisione scardina in qualche modo i tradizionali concetti di ‘onore’, ‘decenza’, ‘verginità’: ”Donne e bambine, ha detto, hanno valori umani intrinseci e il loro valore non può essere stabilito a partire dalla situazione familiare o dal fatto che siano o meno illibate