Tassa sul condizionatore? Ecco la verità sulla notizia
24 Luglio 2015 - di Claudia Montanari
ROMA – Tassa sul condizionatore? Ecco la verità sulla notizia. Da alcuni giorni sta girando una notizia secondo cui il governo avrebbe messo una tassa sui condizionatori. La notizia, diffusa in questo modo, è falsa perché non si tratta propriamente di una tassa ma di un controllo periodico che, tuttavia, non è per tutti ma solo se l’impianto supera un certo valore. In sostanza, si tratta di allarmismo inutile. Ma andiamo con ordine.
Tutto parte dalla necessità per l’Italia di adeguare la legislazione nazionale a una direttiva europea che tutela l’ecosistema limitando l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera. La direttiva Ue (anzi due: la 2002/91/CE e la 2010/31/UE la prima già recepita dal DL 19 agosto 2005 n.192) equipara i condizionatori agli impianti di riscaldamento, obbligando i proprietari a possedere un libretto di impianto, oltre a introdurre controlli ogni 4 anni dei condizionatori stessi. Il provvedimento è stato emanato dal governo Renzi alla fine di giugno.
Come si legge sul sito Bufale.net, sito esperto di bufale in rete, la notizia che sta girando da alcuni giorni però mette in atto un allarmismo inutile:
“Non è esattamente così. Infatti già questo inverno vi abbiamo parlato di un cambio delle regole relative alla manutenzione degli impianti di climatizzazione e riscaldamento, che, inevitabilmente, torna in applicazione.
La questione, relativamente agli impianti di climatizzazione, è semplice: impianti di climatizzazione dalla potenza superiore ai 12kW devono essere controllati periodicamente, sia per questioni relative alle emissioni nell’ambiente che per questioni di sicurezza (chi vivrebbe infatti con un impianto malfunzionante come spada di Damocle sul capo?).
Ipotizziamo quindi che l’utente Tizio abbia uno o più climatizzatori. Questi dovrà innanzitutto verificare sul manuale di uso o presso l’installatore (o su Internet dal sito del produttore, conoscendo marca e modello del climatizzatore) la potenza dell’impianto. Se inferiore ai 12kW, non dovrà fare niente di particolare.
Se superiore convocherà l’impiantista per munirsi di un libretto di impianto, dove annotare le doverose revisioni e provvedere alla prima, necessaria revisione. Tale incombente, evidentemente una tantum, gli potrebbe costare circa duecento euro. Per le successive revisioni e per la loro periodicità, nonché per eventuali interventi, converrà rivolgersi all’impiantista di fiducia. Nessun allarmismo quindi, bensì solo i necessari, e ben noti, controlli”