Tumore al seno: cause, sintomi, rimedi. Parla l’esperto Gianluca Franceschini
16 Gennaio 2015 - di Claudia Montanari
ROMA – Il tumore al seno è una malattia potenzialmente grave se non è individuata e curata per tempo. Non a caso i tumori del seno rientrano tra le patologie di rilevante interesse sanitario e sociali. I tumori del seno rappresentano la neoplasia più frequente nel sesso femminile; L’AIRTUM, Associazione Italiana Registro Tumori, ha stimato che in Italia vi sono ogni anno circa 47.000 nuovi casi di tumore del seno. Se valutiamo i tassi di incidenza età specifici una donna su otto rischia di ammalarsi di neoplasia mammaria. Analizzando i dati di prevalenza al momento sono oltre 520.000 le donne in vita che hanno avuto una diagnosi di tumore del seno e che quindi si sono o si stanno confrontando con questa malattia. Per questo motivo è importante parlarne e fare in modo che le donne siano a conoscenza delle cause, dei sintomi e dei rimedi.
Gianluca Franceschini dell’Unità Operativa di Chirurgia Senologica, Centro Integrato di Senologia Policlinico Universitario Agostino Gemelli, spiega in maniera dettagliata e allo stesso tempo semplice ed esaustiva tutto ciò che le donne dovrebbero sapere in merito al tumore al seno: l’incidenza, le cause, i sintomi e i rimedi:
“Vi sono differenze geografiche nei tassi di incidenza?
Il cancro della mammella è più frequente nelle aree geografiche industrializzate, come gli Stati Uniti e l’Europa del nord; differenze geografiche che possono essere verosimilmente spiegate sulla base di fattori genetici, ambientali o di abitudini di vita.
Anche in Italia l’incidenza presenta alcune differenze tra le varie aree geografiche con tassi di incidenza maggiori nelle aree centro-settentrionali ed inferiori nel meridione. La relativa protezione delle donne residenti nell’Italia Meridionale nei confronti del tumore della mammella è presumibilmente da attribuirsi ad una diversa distribuzione dei fattori di rischio che sono in gran parte – ma non solo – legati alla vita riproduttiva.
Il Lazio, terza Regione italiana per numero di abitanti, è ai primi posti per quanto riguarda la diffusione del tumore al seno. Nella nostra Regione si contano oltre 4.200 nuovi casi di cancro al seno e 750 decessi per tale malattia ogni anno. In valori assoluti il Lazio è al terzo posto tra le Regioni italiane per numero di nuovi casi/anno, preceduto solo da Lombardia e Veneto, e addirittura al secondo, dietro la Lombardia, per quanto riguarda il numero di donne che attualmente convivono con la malattia.Si può morire ancora di tumore del seno?
Nonostante il tumore del seno sia tra le malattie oncologiche meglio curabili, purtroppo ancora oggi si può morire di tale malattia; il carcinoma della mammella è la principale causa di mortalità oncologica nelle donne; sempre i dati AIRTUM stimano che in Italia vi sono oltre 11.000 decessi per questa malattia ogni anno. Se valutiamo i tassi di mortalità età specifici possiamo attendere un decesso per tumore della mammella ogni 33 donne. Bisogna tuttavia dire che grazie alle campagne di prevenzione secondaria, all’introduzione dei programmi di screening con aumento della diagnosi precoce e grazie al perfezionamento dei protocolli terapeutici, si è assistito, a partire dagli anni ’90, ad una progressiva riduzione dei tassi di mortalità con una riduzione percentuale annua di oltre l’1%.Quali sono le cause specifiche di insorgenza del tumore del seno?
Le cause specifiche del tumore del seno non sono note, ma sono stati identificati numerosi fattori di rischio che interagiscono variamente tra di loro per determinare il rischio individuale.
Per molti anni si è dato importanza ai fattori di rischio non modificabili quali età, familiarità, ereditarietà.
– L’età è sicuramente il principale fattore di rischio per il tumore del seno. L’incidenza aumenta con l’aumentare dell’età e piu’ dell’80% dei casi di tumore del seno colpiscono donne sopra i 50 anni. Il tumore del seno è estremamente raro nelle prime due decadi di età; nella terza decade si misura in decine di casi per 100.000 donne-anno, nelle 40enni si misura nell’ordine di 100-200 casi ogni 100.000 donne-anno, nelle 50enni 200-250 casi; il picco di incidenza si osserva nelle 60enni con circa 300 casi, poi si mantiene stabile anche nelle età successive
– La percentuale di tumori a carattere familiare è di circa il 15-25%, mentre si calcola che meno del 10% dei carcinomi mammari siano a carattere ereditario. Avere in famiglia una parente di I grado affetta da tumore del seno raddoppia il rischio di insorgenza di tale malattia. L’ereditarietà è legata prevalentemente alla trasmissione genetica di mutazioni che coinvolgono il gene BRCA1 ed il gene BRCA 2. Essere portatori di tali mutazioni aumenta considerevolmente il rischio di insorgenza di carcinoma mammario.
Negli ultimi anni studi epidemiologici hanno evidenziato l’importanza di alcuni fattori di rischio modificabili su cui si può intervenire mediante campagne di prevenzione primaria per abbassare la probabilità di insorgenza della malattia.
Obesità in postmenopausa, dieta ipercalorica ricca di grassi saturi, sindrome dismetabolica, vita sedentaria e consumo/abuso di alcool sembrerebbero determinare un aumento del rischio di insorgenza dei tumori del seno.
Anche la terapia ormonale sostitutiva, come dimostrato da tre importanti studi internazionali (WHI study, Million Women study ed EPIC study), sembrerebbe aumentare il rischio se assunta per un periodo di tempo prolungato maggiore di 3-5 anni.Come difendersi dal tumore del seno?
Possiamo difenderci dal tumore del seno mediante la prevenzione primaria e secondaria:
1) Prevenzione primaria: per prevenzione primaria si intende eliminare quei fattori modificabili che aumentano il rischio di insorgenza del tumore. Le corrette norme di prevenzione primaria, consigliate a tutte le donne, per ridurre il rischio di insorgenza di tumore al seno prevedono di:
Allattare al seno; eseguire attività sportiva quotidianamente in maniera costante; controllare il peso corporeo soprattutto in postmenopausa; limitare il consumo di cibi ipercalorici ricchi di grassi saturi; preferire una dieta mediterranea, ricca di verdura cruda, frutta ed olio di oliva; limitare il consumo di alcool; limitare l’assunzione della terapia ormonale sostitutiva, da riservare alla cura dei sintomi della menopausa e se possibile per periodi di tempo limitato.
2) Prevenzione secondaria. per prevenzione secondaria si intende eseguire esami senologici che permettano di ottenere una diagnosi precoce della malattia, ovvero di scoprire il tumore, se presente, negli stadi iniziali quando è di piccole dimensioni. Una buona diagnosi precoce permette di aumentare le probabilità di guarigione, ridurre la mortalità e di utilizzare interventi terapeutici meno demolitivi e provanti per la paziente con miglioramento della qualità di vita post-trattamento.Come fare prevenzione secondaria?
La prevenzione secondaria può essere eseguita mediante l’integrazione di: autoesame del seno, visita senologica specialistica, mammografia ed ecografia mammaria:
– Tutte le donne dopo i 20 anni dovrebbero eseguire l’autopalpazione del seno una volta al mese.
– La visita senologica specialistica andrebbe eseguita almeno una volta ogni tre anni nelle donne di età compresa tra i 20 ed i 40 anni ed una volta all’anno nelle donne di età superiore ai 40 anni.
– La mammografia, esame cardine della prevenzione secondaria, deve essere eseguita annualmente dopo i 40 anni.
– L’ecografia mammaria rappresenta un esame complementare alla mammografia nelle donne di età superiore ai 40 anni; rappresenta l’esame da eseguire in prima istanza nelle giovani pazienti sotto i 40 anni.Cosa fare se viene fatta diagnosi di tumore del seno?
Allorchè viene fatta diagnosi di tumore, in un percorso verso la guarigione, è fondamentale che la paziente si rivolga e si affidi ad un Centro specializzato nella cura delle patologie del seno, “Breast Unit”, in maniera tale da avere a disposizione un’equipe di medici dedicati che possano individualizzare quanto più possibile il trattamento in un percorso terapeutico mirato per ogni singola paziente.
La Breast Unit è un modello organizzativo che permette di offrire un trattamento multidisciplinare offrendo alle pazienti con tumori del seno servizi specialistici di alta efficienza e qualità dalla genetica alla prevenzione alla diagnosi ed al trattamento dei tumori primari, della malattia in stadio avanzato sino al follow-up. Diversi studi internazionali evidenziano come le pazienti con tumori del seno trattati presso centri specializzati in cui sia presente un core team costituito da piu’ figure professionali dedicate alla cura dei tumori del seno vadano meglio, abbiano maggiori probabilità di guarigione. Per questo il parlamento Europeo e di seguito il Parlamento Italiano hanno deliberato che entro il 2016 devono nascere in Italia diverse Breast Unit specializzate nella cura dei tumori del seno che devono avere i requisiti stabiliti da EUSOMA, ovvero dalla società europea di senologia. Dovrebbe esserci una Breast Unit ogni 250.000 – 300.000 abitanti ed ogn’una dovrebbe trattare almeno 150 nuovi casi di tumori al seno ogni anno.In un percorso verso la guarigione è necessario comunque creare un atteggiamento culturale nuovo e positivo nei confronti della malattia; è necessario che la malattia non venga più vissuta come un tabù, con paura, in solitudine; è bensì necessario che tutte le donne riescano a condividere l’esperienza tumore del seno, è necessario avere accanto a se’ dei buoni compagni di viaggio, non solo dei buoni medici, ma anche dei buoni mariti, dei buoni figli, delle buone amiche con cui condividere il percorso verso la guarigione; l’esperienza tumore al seno può e deve essere vissuta come uno stimolo per riappropriarsi della propria vita e rigenerarsi; come uno stimolo per iniziare un “volo” ideale verso una nuova vita.