Uomo 60 anni a letto con bambina, Cassazione: “No violenza, è amore”
8 Dicembre 2013 - di Claudia Montanari
CATANZARO – 60 anni lui, 11 lei: non è violenza sessuale ma amore. La storia raccontata da “Il quotidiano della Calabria” farà certamente discutere. Secondo quanto si legge sul quotidiano infatti la Suprema Corte ha deciso di rivedere una condanna in processo a 5 anni per violenza sessuale su minore di un uomo di 60 anni riconoscendo una vera e propria relazione sentimentale con la bimba di 11 anni. Lui, un impiegato presso i Servizi sociali, lei è una bimba di 11 anni proveniente da una famiglia disagiata che l’aveva affidata alle cure dell’uomo.
LA VICENDA – Secondo la ricostruzione del quotidiano l’uomo aveva portato la minorenne nella sua villetta in riva al mare quando, un giorno, i poliziotti che avevano fatto irruzione in casa li avevano trovati abbracciati sotto le lenzuola. Entrambi nudi. I giudici della Corte di Cassazione, però, aggiungono una parola chiave: “innamorati”. Questa un’attenuante nell’accondiscendenza della vittima a consumare rapporti sessuali con l’imputato. Cinque anni di reclusione annullati quindi anche gli atti sono stati rispediti alla Corte di appello di Catanzaro alla quale è stato ordinato un nuovo processo.
LA RELAZIONE SENTIMENTALE – Sempre secondo quanto si legge su “Il quotidiano della Calabria” la minorenne chiedeva ripetute conferme sui sentimenti dell’uomo nei suoi confronti. All’inizio l’uomo sembra abbia cercato di dissuadere la bambina, per poi cedere alla relazione. Centinaia di intercettazioni raccolte dai poliziotti descrivono passo per passo questa relazione. Lei lo avvisava quando era sola e lui la richiamava, weekend esclusi perché l’uomo li passava con la sua famiglia. Tutto fino a quella mattina di tre anni fa, quando nel momento di indossare la gonna per poterlo “incontrare” in macchina, il 60enne le avrebbe fatto notare che da qualche tempo si sentiva addosso gli occhi della madre della undicenne, tanto da raccomandare continuamente a quest’ultima di non aprire bocca con nessuno e di non raccontare della casa di Roccelletta, «perché questo è un segreto che ci dobbiamo portare fino alla tomba».
Segreto che evidentemente non fu mantenuto…