Uomo muore e poi resuscita: “Ecco cosa ho visto nell’Aldilà”
28 Febbraio 2014 - di Claudia Montanari
ROMA – Un uomo va in arresto cardiaco per 45 minuti e poi si sveglia. Una incredibile storia ci viene raccontata dal Daily Mail.
Brian Miller, un camionista di 41 anni dell’Ohio, è andato in arresto cardiaco per 45 minuti. Eppure, dopo 45 minuti si è risvegliato. 45 minuti sono un tempo lunghissimo per un arresto cardiaco. Basti pensare che le linee guida ospedaliere prevedono che, in seguito ad un arresto cardiaco, si proceda ad una rianimazione per circa 20 minuti. Superati i 20 minuti si può dichiarare il decesso. Brian Miller, invece, è “resuscitato” dopo 45 minuti.
La storia di Brian è davvero incredibile. Come racconta il Daily mail, mentre era intento ad aprire un contenitore si è reso conto di avere qualcosa che non andava. L’uomo ha riconosciuto un attacco di cuore ed ha immediatamente chiamato i soccorsi:
“Sono un autista di camion e sto per avere un attacco di cuore”.
Miller è stato prelevato da un ambulanza e subito ricoverato in un ospedale locale dove i medici sono riusciti ad arginare l’attacco cardiaco. Eppure, dopo aver ripreso conoscenza, l’uomo ha sviluppato una fibrillazione ventricolare, ovvero una aritmia cardiaca rapidissima che provoca contrazioni non coordinate del cuore. La fibrillazione ventricolare è uno dei 4 tipi di arresto cardiaco. L’infermiera Emily Bishop ha raccontato:
“Non c’era battito cardiaco, non c’era pressione sanguigna e non c’era polso”.
Ed è da questo momento che la storia si dipinge di incredibile. Miller ha raccontato di essere scivolato via in un mondo celeste:
“L’unica cosa che mi ricordo è che ho cominciato a vedere la luce e a camminare verso di essa”.
A quanto racconta, sembra si sia ritrovato a percorrere un sentiero fiorito con una luce bianca all’orizzonte. Miller racconta che ad un tratto ha incontrato la sua matrigna, morta da poco tempo:
“Era la cosa più bella che avessi mai visto e sembrava così felice. Mi ha preso il braccio e mi ha detto: «Non è ancora il tuo momento, tu non devi essere qui. Devi tornare indietro, ci sono cose che ancora devi fare»”.
Sempre secondo quanto si legge sul Daily Mail, dopo 45 minuti, il cuore di Miller è tornato a battere dal nulla. L’infermiera ha raccontato:
“Il suo cervello è rimasto senza ossigeno per 45 minuti e il fatto che lui possa parlare, camminare e ridere è veramente incredibile”.
C’è da dire che la “luce” che si vede nel momento del trapasso è vera. Non è la strada del Paradiso, ovviamente, ma una reazione chimica. Secondo uno studio condotto dall’Institute of Health Ageing dell’University College di Londra nel momento della morte all’interno del corpo si innesca una reazione chimica che rompe i componenti cellulari ed emana un’onda fluorescente blu da cellula a cellula.
Lo studio (pubblicato sul sito vitadidonna.com) è stato condotto dal professor David Gems sui vermi che hanno meccanismi pressoché identici a quelli dei mammiferi. Gems conferma:
“Abbiamo identificato un percorso chimico di autodistruzione che si propaga con la morte cellulare nei vermi, che vediamo come questa incandescente fluorescenza blu in viaggio attraverso il corpo. E ‘come un cupo mietitore blu, si monitorizza come la morte si diffonda in tutto l’organismo fino all’ultimo atto.”