Uomo violento: come riconoscerlo e cosa fare
7 Agosto 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – È possibile distinguere una semplice litigata da atteggiamenti violenti che nel tempo potrebbero rovinarci la vita?
Le cronache degli ultimi tempi sono tristemente ricche di episodi di atroce violenza di cui le donne sono vittime, spesso inconsapevoli; nella maggior parte dei casi a malmenare, offendere e addirittura uccidere una donna è il suo compagno, l’uomo che dovrebbe amarla più di tutti, oppure un ex che non si rassegna.
La questione sta diventando talmente allarmante e drammatica ( in Italia dall’inizio dell’anno sono già più di 120 le donne uccise per mano del proprio uomo) che molti studiosi e ricercatori si stanno interrogando se sia possibile prevenire un escalation di violenza e su quali siano i segnali che dovrebbero mettere in allarme una donna.
L’argomento è ovviamente molto delicato ed è fondamentale, proprio per poterlo affrontare seriamente, non alimentare fobie collettive che finirebbero per scatenare altri problemi, ugualmente gravi; è importante però invece che le donne, che spesso per “amore” si annientano e rifiutano di guardare la realtà, imparino a riconoscere per tempo tutti quegli atteggiamenti che hanno un potenziale di pericolosità altissimo e che poco e niente hanno a che vedere con l’affetto e la passione.
La psicologa e criminologa Anna Costanzo Baldry ha analizzato 467 omicidi avvenuti fra il 2000 e il 2004 e passati in giudicato, scoprendo che solo nel 10% dei casi l’uomo assassino era affetto da patologie psichiatriche; in tutti gli altri casi l’omicidio è preceduto da una serie di violenze, fisiche e psicologiche, che possono e devono essere prevenute.
Poiché dunque i cosiddetti femminicidi raramente sono il frutto di un raptus, ma quasi sempre la conseguenza di una serie di abusi che le donne subiscono e accettano per diverse ragioni, cerchiamo di capire quali sono i segnali che dovrebbero mettere in allarme una donna circa la pericolosità del proprio uomo:
– Gli atteggiamenti aggressivi. Un uomo che insulta, offende o alza le mani è una persona di cui non ci si dovrebbe affatto fidare; non si sta parlando certamente di una banale litigata, ma di tutti quei comportamenti, verbali e fisici, che mirano a schiacciare la partner e a metterla in una condizione di sudditanza e di paura.
– Gli atteggiamenti persecutori. Il vietare di uscire, di frequentare gli amici, di indossare un certo tipo di abbigliamento, oppure il controllare maniacalmente il cellulare e la vita intima dell’altro sono dei segnali molto precisi e gravi; lo stesso discorso vale per la gelosia eccessiva, che spesso lusinga le donne, quando invece è il sintomo di una natura possessiva e potenzialmente violenta.
– Gli atteggiamenti colpevolizzanti. Gli uomini aggressivi e potenzialmente pericolosi hanno spesso una doppia identità; una pubblica, in genere rispettabilissima, e una privata, in cui scaricano sulla partner frustrazioni di ogni tipo. Un uomo violento inoltre raramente ammette di esserlo e tende a colpevolizzare la donna, facendole credere, spesso con successo, che è lei, con i suoi comportamenti e la sua stessa presenza, a generare i conflitti e a meritarli.
Oltre ai centri anti-violenza, a cui è necessario rivolgersi se si ritiene di essere vittime di abusi, sembra fondamentale però prendere coscienza del problema, ed evitare così di cadere in una spirale di paura e giustificazione che potrebbero avere conseguenze ben più gravi; proprio per questo è disponibile online il test ISA( Increasing Self-Awerness) che, in maniera assolutamente anonima, permette ad ogni donna di valutare il grado di violenza della propria relazione e di prenderne quindi almeno consapevolezza. Perché non c’è amore che valga la propria dignità.