Marzotto e Donà delle Rose “scivolano” su Valentino? Sequestrati oltre 65 milioni di beni
6 Novembre 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – Terreni, ville e appartamenti di lusso in Veneto, Padova e Roma. E, forse, la più “gettonata”, la dimora-castello villa Trissino con oltre 50 stanze e immersa nella campagna vicentina.
La Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato, a partire dalla scorsa settimana, quasi cento immobili accanto a partecipazioni societarie alle famiglie Marzotto e Donà delle Rose, finite sotto inchiesta per omessa presentazione della dichiarazione dei redditi.
Tutto, per una somma totale di 13 indagati e oltre 65 milioni di euro che sarebbero stati sottratti al fisco nel 2008 con la vendita delle quote delle loro famiglie di Valentino Fashion group al fondo inglese Permira attraverso la Icg, una società con sede in Lussemburgo che secondo l’accusa sarebbe stata creata “ad hoc”.
L’indagine è partita da alcuni accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, ed è condotta dai pm Laura Pedio e Gaetano Ruta coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco.
Gli indagati, secondo l’accusa, hanno prima venduto le loro quote alla Icg di cui sono lo stesso proprietari, e poi attraverso la Icg hanno concluso l’operazione con il fondo.
Su Pambianco si legge che “l’indagine ricorda, come tipologia, altre azioni dell’Agenzia delle entrate negli ultimi anni. La stretta del Fisco, in cui sono rimasti coinvolti anche diversi nomi eccellenti della moda, ha riguardato le società posizionate oltre confine, accusate di essere veicoli che hanno consentito di estero-vestire gli introiti”.
Gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, gli storici legali di Silvio Berlusconi, difensori anche di alcuni esponenti della famiglia Marzotto-Donà delle Rose, citando consulenze e documentazione bancaria, hanno bollato il sequestro come “infondato” e l’ipotesi del trasferimento delle plusvalenze alle Cayman “frutto di un evidente sbaglio”. E per questo è già stata chiesta la revoca del provvedimento del gip al Tribunale del Riesame.