Violenza donne: Bongiorno propone aggravante femminicidio con ergastolo

23 Novembre 2012 - di luiss_vcontursi

(Foto LaPresse)

ROMA – Domenica si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Un tema molto attuale, ancora nel 2013, visto che quella sulle donne è la forma di violenza più diffusa, senza confini di ambiente, religione, censo, cultura e nazionalità. La deputata di Fli e presidente della commissione Giustizia alla Camera, Giulia Bongiorno, ha presentato una proposta di legge per inserire l’aggravante di femminicio nel reato di omicidio e prevedere la pena dell’ergastolo.

Violenza sulle donne  In Italia sono mediamente 120, sottolinea Gabriella Battaini Dragoni, vice Segretaria Generale del Consiglio d’Europa, le donne che ogni anno vengono uccise dalla violenza. E una donna su tre subisce violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita.

Secondo le anticipazioni dei dati 2012 di Telefono Rosa questo tipo di abusi ha raggiunto l’85% di tutte le violenze, il 3% in più del 2011.

E’ nel 1999 che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, invitando i governi, le organizzazioni internazionali e le Ong ad organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno.

La data fu scelta in ricordo del brutale assassinio del 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.

In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, i ministeri dell’Istruzione e del Lavoro assieme al Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio hanno avviato una serie di iniziative di sensibilizzazione sul tema rivolte alle scuole e agli studenti.

La campagna è stata inaugurata lunedì scorso con il lancio, al teatro Quirino di Roma, dello spettacolo 1522 organizzato con Telefono Rosa e accompagnato dal percorso musicale Dedicato a Lea con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti, attraverso il laboratorio teatrale e musicale, ai temi delle pari opportunità e della violenza sulle donne.

Tra le iniziative, inoltre, il Servizio telefonico di pubblica utilità 1522, a sostegno delle donne vittime di violenza, e un nuovo spazio web (www.noisiamopari.it) nel quale raccogliere materiali didattici e progetti realizzati da scuole e associazioni sui temi delle pari opportunità.

Il femminicidio, ”un fenomeno purtroppo drammaticamente rilevante in Italia, può essere contrastato ed eliminato soprattutto – si legge in una nota ministeriale – attraverso l’educazione dei più giovani. Da questo punto di vista, non sfugge l’importanza di impostare fin dagli anni della preadolescenza relazioni rispettose e corrette tra i generi, fondate sul riconoscimento delle diversità di ciascuno e sulla dignità e uguaglianza dei diritti fondamentali di ogni persona”.

Le deputate Giulia Bongiorno e Mara Carfagna chiedono, in una proposta di legge, la pena dell’ergastolo per l’aggravante di femminicidio. Anche il ministro Elsa Fornero, che ha la delega alle Pari opportunità, ha ammesso che essere donna in Italia è un ostacolo oggettivo e che verso le donne “c’è un accanimento particolare” e ha auspicato che il Parlamento ratifichi al più presto la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.

“Non chiamateli raptus di follia – ha pregato la Bongiorno, presidente della Commissione giustizia della Camera, sua l’iniziativa della proposta di legge – mi rendo conto che se li consideriamo gesti folli siamo tutti piu’ tranquilli, ma non è così. Questa violenza nasce da un atteggiamento discriminatorio degli uomini verso le donne: c’e’ un diffuso maschilismo, gli uomini pensano di aver diritto a decidere della vita delle donne”.

Dunque, alla base di tutta questa violenza nei confronti delle donne c’è una questione culturale e solo un profondo cambiamento potrebbe combattere il fenomeno in modo efficace e duraturo, ma i continui episodi riportati dalla cronaca impongono misure normative.

Ecco dunque la proposta elaborata dalla parlamentare finiana, che ha incontrato subito l’adesione della collega del Pdl Carfagna, seconda firmataria. Si propone innanzitutto di introdurre una specifica aggravante nell’articolo 576 del Codice penale, per punire con il carcere a vita chiunque uccida “in reazione a un’offesa all’onore proprio o della famiglia di appartenenza o a causa della supposta violazione, da parte della vittima, di norme o costumi culturali, religiosi o sociali ovvero di tradizioni proprie della comunità d’origine”.

Vengono subito alla mente il caso di Hina, ragazza pakistana uccisa in Italia dai parenti come punizione per non volersi adeguare agli usi tradizionali della cultura d’origine o di Sanaa, sgozzata dal padre in quanto colpevole di avere un fidanzato italiano. Altra aggravante per quale e’ previsto l’ergastolo è quando l’omicidio è preceduto da anni di maltrattamenti.

La proposta vuole poi estendere queste aggravanti alle convivenze more uxorio e prevede una pena da 24 a 30 anni per chi commette il reato nei confronti di un minore di anni 10 o in sua presenza. Infine, viene introdotta una nuova figura di reato, il “matrimonio forzato”, punendo con il carcere da uno a cinque anni chi costringe o in duce con la violenza o minaccia a contrarre matrimonio contro la sua volontà.

Stessa pena per chi attira con l’inganno una persona residente in un altro Stato allo scopo di costringerla a sposarsi. In ogni caso, il matrimonio cosi’ contratto verrebbe considerato nullo ai sensi della legge italiana. Le promotrici si rendono conto che ormai la legislatura e’ agli sgoccioli e il tempo e’ poco, ma non disperano: “Ho visto a volte miracoli, in poche settimane legge prendere forma e diventare priorità, altre leggi invece scomparire. Siccome la violenza sulle donne è un’emergenza nazionale, se ci sara’ il supporto dei parlamentari io non escludo anche di poter riuscire a vedere approvata questa legge” ha detto Bongiorno.

E già arrivano i primi sostegni: da Barbara Saltamartini, vice presidente del gruppo Pdl alla Camera e da Laura Puppato, unica donna candidata alle primarie del centrosinistra, che non può sottoscrivere perche’ non e’ parlamentare ma invita le parlamentari democratiche a farlo.