Donne: una su tre aggredita dal partner secondo dati Iss
16 Novembre 2017 - di Silvia_Di_Pasquale
ROMA – L’amore è bello se non è litigarello recita un famoso proverbio. Ma fino a che punto è giusto affermare che una relazione può essere caratterizzata anche da qualche litigio? L’importante è che le incomprensioni siano tali da rispettare la persona che si ama e soprattutto non sfocino mai nella violenza fisica. Sembrerebbe tutto scontato, eppure la realtà descrivo uno scenario piuttosto tragico.
Secondo i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità con una indagine condotta negli ospedali, una donna su tre è aggredita dal partner e, tra quelle gravemente abusate, più dei due terzi accusano sintomi di stress da disordine post-traumatico a tre mesi dalla violenza. Hanno tra i 15 e i 49 anni e più di un terzo sono straniere. Allarme anche per le bambine: per il 17,9% di quelle fino ai 14 anni, la causa di accesso al pronto soccorso per violenza, è una aggressione sessuale.
Le conseguenze della violenza sullo stato di salute della donna assumono diversi livelli di gravità che possono avere esiti fatali, come il femminicidio o l’interruzione di gravidanza, o molto invalidanti come conseguenze di trauma (ustione avvelenamento o intossicazione) e psicologiche con problemi di salute che includono il Post Traumatic Stress Disorder (PTSD), depressione, abuso di sostanze e comportamenti auto-lesivi o suicidari, disturbi alimentari, sessuali.
“La presenza di una rete di servizi socio-assistenziali capillare, capace di interagire, dialogare e scambiare efficaci prassi metodologiche – dice Eloise Longo, coordinatrice del progetto REVAMP – è un modo per far emergere il fenomeno della violenza e sconfiggere il senso di isolamento e solitudine che circonda le donne. La rete è un modo per garantire alla donna supporto e protezione. La presenza di procedure e protocolli condivisi a livello territoriale serve proprio a facilitare la donna nel trovare le risposte e soluzioni più adeguate per sé e per i propri figli”. (Ansa).