Vita da expat: in quindici anni donne in fuga raddoppiate
17 Novembre 2023 - di Silvia_Di_Pasquale
Sono circa cinque milioni ma forse anche di più gli expat che hanno lasciato l’Italia. Questo è il numero ufficiale di chi si è registrato all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero), dunque il numero è anche più alto. Il 44% sono giovani tra i 18 e i 34 anni.
“L’Italia che cresce fuori dell’Italia”, nelle parole del Rapporto Italiani nel mondo 2023 della Fondazione Migrantes, che traccia un identikit del fenomeno. Una realtà viva e attiva, che descrive l’altro lato della migrazione, quella fuori dall’Italia, di cui spesso si parla troppo poco. Eppure, il tema dovrebbe essere al centro dell’agenda politica, perché spesso tra gli espatriati ci sono i famosi cervelli in fuga, una risorsa per il Paese che andrebbe invece tutelata.
“Una nuova importante questione giovanile italiana (ma anche europea)”, è l’allarme che la Fondazione prova a lanciare, “che tocca diversi piani: da quello identitario, a quello esistenziale, da quello occupazionale a quello professionale, fino al protagonismo e alla partecipazione sociale. Una questione per la quale tanto si parla, ma per la quale ancora troppo poco si fa. E i giovani, i giovani adulti e, sempre di più, anche i giovanissimi bruciano i tempi e, stanchi di attendere, trovano soluzioni e risposte in altri luoghi lontano da casa”.
Come si legge sull’Ansa, le donne hanno un ruolo rilevante nel fenomeno expat: tra il 2006 e il 2023 sono praticamente raddoppiate e costituiscono il 48,2% degli attuali espatriati. Emigrano in cerca di una vita e un lavoro più gratificanti, non per ricongiungimenti familiari. In generale, la destinazione preferita resta l’Europa, tanto per la vicinanza geografica quanto per la facilitazione nel disbrigo delle pratiche amministrative. Quanto alle donne, un altro motivo di questa preferenza è il fatto che la maggior parte di loro parla correntemente una/due lingue europee. (Fonte Ansa).