Bimbi e allergie alimentari, occhio ai cibi in tavola a Natale
21 Dicembre 2013 - di vnicosia
ROMA – Il Natale arriva, con pranzi e cene in famiglia, ma occhio ai cibi che portate in tavola: l’8% dei bambini rischia reazioni allergiche legate agli alimenti. Crostacei, arachidi, frutta a guscio come noci e mandorle, pesce, latte e uova sono gli alimenti a rischio, ma anche i conservanti potrebbero causare reazioni. Tali alimenti e sostanze sono classificate come “ricche” o “liberatrici” di istamina, la sostanza che veicola la reazione allergica: da una dermatite ad un attacco di asma.
Ad avvisare i genitori è la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica, Siap, che ha stimato come durante il periodo le reazioni allergiche si manifestano in una percentuale variabile tra il 6 e l’8% nei bimbi sotto i tre anni e del 4% negli adulti.
Roberto Bernardini, presidente Siaip, ha spiegato:
“Di fronte a una reazione indesiderata derivante da un alimento si è soliti attribuire la causa all’alimento stesso. Ma in realtà molti prodotti, confezionati o conservati, contengono additivi che possono causare reazioni non immunomediate, pseudo-allergiche. E’ buona norma imparare a leggere le etichette dei prodotti per evitare potenziali rischi per la salute”.
Le allergie alimentari possono manifestarsi anche in modo grave, spiega Bernardini, e non vanno sottovalutate:
“La maggior parte delle allergie alimentari è provocata da determinate proteine contenute in alimenti come crostacei, arachidi, frutta a guscio (come noci, nocciole), pesce, latte e uova. Reazioni gravi di allergia alimentare possono verificarsi anche in bambini che sanno di essere allergici ad un certo alimento e che sanno che devono evitarlo, ma lo assumono in modo inavvertito. In caso di sospetta allergia alimentare deve sempre essere lo specialista con competenze in tale settore a eseguire l’anamnesi, a proporre le relative prove allergologiche cutanee e l’eventuale prelievo di sangue per il dosaggio nel siero delle IgE specifiche per il possibile allergene ritenuto responsabile delle manifestazioni cliniche”.