Homeschooling, bando alla scuola: bambini studiano a casa. Nuovo fenomeno
7 Gennaio 2014 - di Claudia Montanari
ROMA – Si chiama homeschooling, ovvero la scuola a casa ed è un fenomeno che sta prendendo sempre più piede in Italia. Far studiare i propri figli tra le mura domestiche. Ad analizzare la questione è Alessia Camplone che su il Messaggero scrive:
“Genitori che scelgono di essere gli insegnanti dei propri figli tra le quattro mura di casa. O, in alternativa, genitori che scelgono un docente privato per i propri bambini. Un po’ come avveniva nel passato con i precettori delle famiglie benestanti. Nessuna lezione in classe, né compagni e né programmi stabiliti. Né vacanze e né orari ben scanditi. Con l’homeschooling si studia in autonomia. A scuola non si va”
Il fenomeno in Italia è nuovo ma, si legge su il Messaggero:
“Circa 350 sono i genitori che a settembre hanno fatto questa scelta in Italia, tra elementari e medie, secondo i dati forniti dal ministero dell’Istruzione. Ma si tratta di dati provvisori, i numeri devono essere completati. E c’è anche chi stima fino a 1.000 “homeschooler”, alunni che studiano a casa”
In crescita:
“Nel 2010 gli studenti erano circa duecento. Una scelta che all’estero è più diffusa. In Gran Bretagna i ragazzi che studiano a casa sono ventimila. Negli Stati Uniti gli studenti in casa sono oltre due milioni. Orari flessibili, vacanze non prestabilite, piani di studio che assecondano le inclinazioni di ciascun alunno. L’aula diventa il giardino di casa o la propria cucina. Ma si fa lezione anche viaggiando con mamma e papà. «Da quando Michelangelo è stato piccolo – racconta mamma Paola, di Pordenone, in un blog -, decisi che non avrei affidato ad altri la sua custodia e la sua educazione, e fin da subito mi sono cimentata con letture, osservazione della natura». «Mio figlio a scuola non ce lo mando». Oppure: «La scuola non è un obbligo, l’istruzione sì». Sono i principi a cui si rifanno i genitori che scelgono l’homeschooling. Prevalentemente in Sicilia (80 gli alunni che studiano a casa), in Lombardia e Campania (40) e Lazio (27). Molto spesso con genitori che non lavorano, o che hanno un lavoro flessibile da poter seguire le lezioni con i figli”
La crisi economica un dato importante per la diffusione dell’homeschooling:
“Ci sono anche mamme e papà che con la crisi economica hanno scelto di dedicarsi a tempo pieno ai propri bambini dopo aver perso il lavoro. A dare una mano ai genitori-prof il web: per scaricare materiali per lo studio o per scambiarsi esperienze e consigli. Il sito www.controscuola.it è uno dei più navigati. Non da meno “Rete per l’istruzione familiare”. Nulla di illegale. L’istruzione domiciliare è riconosciuta in Italia. Il genitore deve comunicare alla scuola di assumersi la responsabilità dell’istruzione dei propri figli, dimostrando di avere i mezzi per farlo. Alla fine del corso di studi gli homeschooler sostengono un esame da “privatista”, assieme agli alunni che hanno frequentato la scuola normalmente”
Certo, viene da chiedersi se davvero lo studio a casa sia efficace quanto lo studio in una scuola, luogo in cui il bambino impara anche a rapportarsi con altri bambini e con altri adulti e, soprattutto, viene a contatto con difficoltà esterne.