Logopedia e bambini: cos’è, quando serve e perché farla
8 Novembre 2022 - di Claudia Montanari
Il legame tra logopedia e bambini è molto stretto. La Dott.ssa Simona Casamassima -logopedista dell’età evolutiva e adulta che opera presso lo Studio di Psicologia Casilina e la clinica Villa Fulvia di Roma- spiega l’utilità di questa terapia e perché è importante affidarsi a un esperto.
Che cos’è la logopedia?
“La logopedia -spiega la Dott.ssa Casamassima- è la scienza che si occupa dello studio, della prevenzione, della valutazione e della riabilitazione delle patologie e dei disturbi di voce, linguaggio, comunicazione, apprendimento, deglutizione e delle ulteriori complicazioni a questi annesse”.
A chi si rivolge la logopedia?
“La logopedia si rivolge a pazienti dai zero ai… centoventi anni! Non esiste un’età giusta per rivolgersi al logopedista. È possibile infatti accompagnare pazienti con esigenze molto diverse, proprie di età evolutiva, adulta e geriatrica. Esistono infatti terapie intensive neonatali (TIN), ad esempio, che prevedono la presenza di un logopedista a prevenzione e sostegno di problematiche relative a deficit di sunzione. In un contesto di accudimento ad ampio raggio, la riabilitazione logopedica accompagna potenzialmente dalla nascita in poi, senza soluzione di continuità”.
La logopedia e i bambini: quali sono le problematiche più frequenti
“A partire dallo sviluppo del linguaggio, il logopedista interviene nelle situazioni di ritardo o disturbo dello stesso, qualora il bambino mostri difficoltà nel verbalizzare, nel comprendere ciò che sente o nell’articolare meccanicamente alcuni suoni (fonemi): è il caso dei disturbi specifici di linguaggio o DSL.
In età pre-scolare e scolare, inoltre, emergono alcune situazioni di difficoltà nell’ambito degli apprendimenti: è possibile che un bambino fatichi a sviluppare ed automatizzare procedure quali la lettura, la scrittura e il calcolo. È l’ambito dei disturbi di apprendimento, o disturbi specifici di apprendimento (DSA) di cui fanno parte la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia.
Trasversalmente a tutte le condizioni cliniche presentate, fondamentale è il sostegno cognitivo da parte del logopedista alle abilità chiamate “funzioni esecutive” che rappresentano il prerequisito necessario per ogni attività. Le FE sono l’attenzione selettiva, l’attenzione sostenuta, lo shifting, la memoria a lungo termine, la memoria di lavoro/working memory, la memoria a breve termine, l’inibizione, la capacità di pianificazione, la flessibilità”.
Perché è importante affidarsi a un logopedista
“In molti casi la situazione non può “sbloccarsi da sola” –spiega la Dott.ssa Casamassima- In assenza di linguaggio si sente parlare di “bambini pigri” ma questo non rispecchia la realtà: al bambino costerebbe molta meno fatica parlare piuttosto che usare forme di comunicazione alternative, come gesti e pianto”.
“Il bambino ha bisogno di tecniche specifiche per riuscire a superare le difficoltà che si presentano poichè non basta il solo supporto genitoriale e/o degli insegnanti. Agire tempestivamente non solo riduce i tempi di intervento ma evita al bambino di vivere esperienze di malessere e frustrazione che possono manifestarsi in tutte le situazioni sociali. La consulenza con un logopedista permette di definire se lo sviluppo linguistico e comunicativo del bambino siano in linea con le tappe di sviluppo o abbia bisogno di un intervento. Un’approfondita valutazione logopedica consente di evidenziare i deficit presenti, se presenti, fin da tenerissima età”.
“Per tutti questi motivi consiglio vivamente ai genitori di non esitare a chiedere un consulto. Rivolgersi ad un logopedista consentirà di chiarire ogni eventuale dubbio”.