Morte in culla: colpa dei neurotrasmettitori. Ecco come evitarla
14 Novembre 2013 - di Mari
BOSTON – Morte in culla: la causa potrebbe essere un problema in alcuni neurotrasmettitori del neonato. Lo hanno scoperto i ricercatori del Boston Children’s Hospital. In altre parole, il cervello si “dimentica” di dare l’allerta, impedendo al bambino di svegliarsi in situazioni in cui non si assume abbastanza ossigeno.
I ricercatori americani hanno analizzato campioni del cervello di 71 bambini morti per presunta Sids tra il 1995 e il 2008, sia messi a dormire in condizioni considerate poco sicure, ad esempio a faccia in giù, sia addormentati in posizioni sicure. In tutti i casi sono state trovate alterazioni nei livelli di alcuni neurotrasmettitori, dalla serotonina ai cosiddetti recettori Gaba.
Queste sostanze controllano respirazione, ritmo cardiaco, pressione e temperatura, e in questo caso impediscono ai bambini di svegliarsi se respirano troppa anidride carbonica o il corpo diventa troppo caldo.
Per questo, sottolineano i ricercatori, le regole per una corretta messa a letto del neonato restano fondamentali, per evitare ai piccoli situazioni a rischio asfissia da cui non sono in grado di difendersi.
I principali consigli per la messa a letto, che hanno fatto diminuire drasticamente il numero di casi, sono di mettere il piccolo in posizione supina su un materasso rigido, senza cuscino, e mai nel letto dei genitori.
Il piccolo poi non andrebbe tenuto in ambienti dove si fuma, non va coprerto troppo, e la temperatura dell’ambiente deve restare intorno ai 18-20 gradi. Anche l’impiego del ciuccio nel sonno dopo il primo mese di vita può ridurre il rischio Sids.