Urla e minacce ai bambini sono dannosi quanto abusi fisici: lo studio
Una nuova analisi scientifica mette in luce una questione importante: urlare, denigrare e minacciare i bambini può essere altrettanto dannoso quanto l’abuso sessuale o fisico. Lo studio, condotto da ricercatori dell’UCL e della Wingate University su commissione dell’organizzazione benefica Words Matter, sottolinea l’importanza di considerare l’abuso verbale come una forma distinta di maltrattamento infantile.
La natura dell'”abuso verbale infantile”, che include comportamenti come sminuire e urlare, può generare impatti duraturi sulla vita dei bambini. Secondo lo studio, questi comportamenti possono contribuire a condizioni emotive e psicologiche negative, tra cui rabbia costante, depressione, abuso di sostanze, autolesionismo e obesità.
Questo dato allarmante emerge anche alla luce delle recenti informazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che posiziona l’abuso emotivo come la forma più diffusa di maltrattamento infantile, superando l’abuso fisico e sessuale.
La ricerca ha coinvolto l’analisi di 149 studi quantitativi e 17 qualitativi, delineando il panorama attuale di come venga definito e misurato l’abuso verbale sui minori. Mentre l’abuso verbale emerge come una minaccia rilevante, i ricercatori sottolineano un notevole vuoto nel riconoscimento di questa forma di maltrattamento.
La revisione scientifica sottolinea la necessità di riconoscere l’abuso verbale infantile come una categoria distinta di maltrattamento. I ricercatori suggeriscono che il termine “abuso emotivo” sia ambiguo e si focalizzi sulla vittima, mentre “abuso verbale infantile” potrebbe diventare un punto di partenza per la prevenzione, concentrandosi sulle azioni degli adulti.
Il professor Peter Fonagy dell’UCL sottolinea l’importanza della prevenzione del maltrattamento infantile, sottolineando che una maggiore attenzione all’abuso verbale potrebbe portare a cambiamenti significativi.
Lo studio identifica i principali autori di abusi verbali nei confronti dei minori, con i genitori al primo posto (76,5%), seguiti dagli insegnanti (12,71%). Gridare e urlare emergono come le caratteristiche più documentate dell’abuso verbale, ma la ricerca sottolinea l’importanza di considerare l’intento e l’impatto immediato sul bambino.
L’autrice principale dello studio, Shanta Dube della Wingate University, sottolinea l’urgenza di riconoscere l’abuso verbale come una forma specifica di maltrattamento. Se ci concentriamo sull'”abuso verbale” piuttosto che solo sull'”abuso emotivo”, potremmo sviluppare azioni preventive più mirate.
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