Cellulite, depurarsi in 3 giorni con la dieta deacidificante
18 Maggio 2017 - di Mari
La cellulite, si sa, è uno dei problemi più odiati dalle donne. E otto su dieci sarebbero pronte a fare qualunque cosa pur di eliminarla, mentre quasi sette su dieci dicono che il problema provoca loro sofferenza psicologica. A fronte di questo, la cosa più importante non è trovare la macchina o l’integratore giusto ma imparare a depurarsi, eliminando per qualche giorno latticini, glutine e pomodori. Sono i dati emersi da una indagine condotta su 1.200 donne e presentata al congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (Sime).
Vero e proprio psicodramma del nostro tempo e cruccio per 20 milioni di italiane, la cellulite, chiarisce Pier Antonio Bacci, direttore del Centro di documentazione in Flebologia e Patologie Estetiche di Arezzo, “come mostrano recenti evidenze, deriva da alterazioni del tessuto connettivo che possono causare variazioni in alcune cellule staminali. Ma queste alterazioni possono essere in parte controllate con periodi di depurazione per mettere a riposo gli organi”.
Il nostro corpo dispone di sistemi di depurazione, come fegato, reni, intestino, che eliminano le tossine che provengono dall’eccesso di zuccheri raffinati, grassi, alcool. Ma quando i livelli di equilibrio vengono superati, iniziano le alterazioni cellulari e aumenta lo stress ossidativo. Come fare quindi? “Essenziale è camminare molto e ripristinare la flora intestinale così da restituire ossigeno ed energia alle cellule”.
Vediamo allora come fare per depurarci delle tossine. Lo schema deacidificante prevede di mangiare per tre giorni solo a colazione e cena, lasciando gli organi a riposo per dodici ore; per i successivi dieci giorni, diminuire l’assunzione di sostanze che producono intolleranze e istamina ovvero latticini, pomodori, fragole, glutine, lieviti, frutta secca. “Causano infatti – spiega l’esperto – alterazioni funzionali dell’intestino tenue che favoriscono infiammazione dei tessuti e ritenzione idrica”. La cellulite, conclude, “è un campanello d’allarme che il corpo lancia: aiutami”.