Creme antietà: anche le più costose invecchiano la pelle
10 Maggio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – “Non è tutto oro quel che luccica” e, anche se è oro, non è detto che faccia bene. Soprattutto se si parla di creme per la pelle. Uno studio ha infatti dimostrato che le nanoparticelle di oro puro, che si trovano nelle creme di bellezza antirughe più costose, invecchiano la pelle. Altro che “ingredienti rari e costosi per un risultato migliore” visto che, inoltre, inibiscono anche la guarigione delle ferite e potrebbero contribuire alla comparsa del diabete.
A riverlarlo è una ricerca condotta dal dipartimento di chimica e ingegneria molecolare della Stone Brook University, a New York, pubblicata su Nanotoxicology.
”Abbiamo sperimentato in vitro l’azione delle microscopiche particelle di oro puro su diversi tipi di cellule staminali stromali, incluse quelle adipose, scoprendo che bloccano le funzioni cellulari, come la replicazione, la contrazione del collagene, processi indispensabili ad esempio per la guarigione delle ferite” spiega Tatsiana Mironava che ha condotto l’esperimento. “Le cellule stromali adipose si trasformano in diversi tessuti, come la pelle, i nervi, le ossa e i capelli e le nano particelle le bloccano. Inoltre riducono l’adiponectina, una proteina che partecipa alla regolazione del glucosio nel sangue e contribuisce alla regolazione del metabolismo. Bassi livelli di adiponecitna possono indurre al diabete” precisa la ricercatrice.
L’oro, in formati così piccoli, contrasta le funzioni cellulari, interferisce sulla regolazione genetica, l’espressione dell’RNA, la differenziazione cellulare e potrebbe provocare anche cambiamenti sistemici nel corpo, si legge nella ricerca.
“Si è detto fino ad oggi che le nanoparticelle di oro puro erano inerti e quindi innocue, tanto da esere ampiamente usate in ambito cosmetico e nei sistemi di rilascio dei farmaci, ora stanno emergendo invece i primi dubbi e la loro sicurezza va approfondita meglio”, conclude la scienziata.