Creme beauty 2022: la nuova frontiera sono quelle fermentate
3 Febbraio 2022 - di Claudia Montanari
Creme beauty, è l’anno dei biofermenti per la skincare. Nuovi brevetti su estratti, lieviti, enzimi ad azione booster sulla pelle. Il mercato globale supera 78 miliardi di dollari.
I mesi scorsi una radiosa Jennifer Lopez ha mostrato su Instagram come si applicano i suoi sieri (linea JLo Beauty) fatti con oli e foglie di sake di riso fermentati. Ed è recente il brevetto europeo di principi attivi anti età ricavati dalle foglie del neroli (l’arancio amaro) fermentati con lieviti di tipo saccharomyces cerevisiae, depositato dalla divisione ricerca del brand Chanel.
Creme beauty, la nuova frontiera sono quelle fermentate
Le industrie specializzate in skincare questo anno puntano tutto sui processi della fermentazione naturale per sfornare nuovi elisir ad azione booster. Una beauty routine potenziata proprio da questo metodo di estrazione dei principi attivi che ne permette una azione molto maggiore.
In uso da tempo nei paesi asiatici, questa tipologia di prodotti di bellezza sta riscuotendo un successo mondiale che aumenta di anno in anno. Con mercato globale previsto per il 2025 di ben 78.2 miliardi di dollari e una crescita nei paesi CAGR del 5,5 %, secondo una review appena pubblicata in questi giorni sulla rivista tecnico-scientifica Cosmetic & Toiletries.
Come funzionano
La fermentazione degli estratti vegetali agisce da booster sulle classiche proprietà degli stessi estratti. In pratica i principi attivi sarebbero potenziati e così gli effetti sulla pelle. “I biofermenti si ottengono per via enzimatica, usando batteri e lieviti in grado di ‘digerire’ e rompere molecole complesse e renderle piccolissime ed in grado di penetrare nella pelle aumentandone la loro biodisponibilità” scrivono gli autori della review.
Kimchi e kombucha, cibi fermentati di cui ormai si parla anche da noi per tenere sotto controllo la salute dell’intestino, potrebbero funzionare anche per la nostra pelle. E così un numero crescente di marchi sta sfruttando le meraviglie degli ingredienti fermentati per creare prodotti per la cura della pelle efficaci. Che potenziano la barriera e promuovono anche un microbioma cutaneo sano.
Originario della Corea, dove gli ingredienti fermentati sono stati utilizzati per migliaia di anni, non è certo un concetto nuovo. Ma man mano che la nostra ossessione per la salute e il benessere cresce, cresce anche il nostro interesse per la cura della pelle per sostenere i nostri sforzi nell’area.
“Negli ultimi anni, le tendenze della cura della pelle hanno avuto la tendenza a seguire le tendenze del benessere”, conferma il dermatologo consulente Dr Anjali Mahto. “La fermentazione nella cura della pelle ne è un buon esempio.”, aggiunge su Vogue.
Cos’è la fermentazione?
E’ un processo metabolico in cui i composti vengono scomposti da microrganismi, come batteri e lieviti, in composti più semplici e più piccoli. Alcuni già sono nell’attuale beauty routine. Gli ingredienti spaziano dagli alfa idrossiacidi (glicolico, mandelico e lattico provengono rispettivamente da zucchero fermentato, mandorle e latte), a una serie di estratti naturali, creati da ingredienti tra cui ginseng rosso e tè nero.
Cosa fanno in più o di diverso i componenti fermentati rispetto agli altri ingredienti beauty? “Possono essere mirati a supportare le difese naturali della pelle e ridurne le infiammazioni, – si legge nel report. – Possono anche essere mirati a purificare la pelle a tendenza acneica. Ma anche ad aiutare a ricostruire la barriera cutanea e proteggere la pelle dall’inquinamento grazie alle loro proprietà antiossidanti. Infatti, la maggior parte dei principi ricavati dalle piante mostra un’attività antiossidante.
Tuttavia la fermentazione accresce questa attività grazie ad un maggiore rilascio di principi attivi. Gli ingredienti fermentati sono ‘simbionti’ con la pelle ed hanno anche lo stesso pH. Infine il processo di fermentazione crea molecole più piccole, che non solo possono penetrare nella pelle più in profondità e rapidamente. Ma anche fornire nutrienti in più come aminoacidi e peptidi. I fermenti ricchi di acidi grassi polinsaturi, come ad esempio gli omega-3 e omega-6, idratano a livelli più profondi della pelle. Possono infine avere effetti sul nostro microbioma naturale”.
I principi attivi più in voga
Tra i principi attivi da biofermentazione del momento la rassegna cita la radice di wasabi, il rafano giapponese fermentato con Lactobacillus. Oppure la scorza del limone, antiossidante, incubato con Lactobacillus lactis. Oppure i semi di fava di tonka fermentati con Lactobacillus che agiscono da filtro UV e combattono il foto invecchiamento della pelle.
Seguono mannitolo e maltodestrine fermentati con Lactobacillus che agiscono contro radicali liberi e inquinanti riequilibrando il microbiota della pelle. Poi la radice di carota fermentata con il batterio Bacillus ginseng isoli. Ricca di vitamine A, B, C e K e fitonutrienti come i caroteni migliora la produzione di collagene, la compattezza e l’elasticità della pelle. Segue la radice di ravanello biofermentato con Lactobacillus casei ad azione antiossidante e detossinante.
Inoltre soia fermentata con Saccharomyces cerevisiae e Bacillus subtilis, ad azione fitormonale per la presenza di isoflavoni. Infine un lungo elenco di alghe brune fermentate. Tra le novità anche il kombucha, ottenuto dalla fermentazione del tè zuccherato e che possiede proprietà antiossidanti e anti-invecchiamento dimostrate.
Il trend è in cima alle novità dello skincare da tenere d’occhio per il 2022 anche secondo Natrue, l’associazione internazionale per la cosmesi naturale e biologica con sede a Bruxelles.
“Si tratta dell’uso di ingredienti ottenuti da fermentazione, metodica già molto diffusa nel mercato asiatico. Il processo naturale rende gli estratti più efficaci e ricchi di benefici per la pelle. Grazie all’azione di microorganismi ed enzimi, la fermentazione degli ingredienti naturali permette di ‘spezzare’ le sostanze e migliorarne l’assorbimento. E può aumentare la concentrazione di antiossidanti, vitamine, peptidi e amminoacidi” spiega Mark Smith, direttore generale dell’associazione.
Creme beauty 2022, i brand da tenere d’occhio
Tra i brand al top per le creme fermentate le linee di fermented skincare della coreana Whamisa, tra le prime a distinguersi per il processo di fermentazione di estratti vegetali biologici ad opera dei batteri di tipo Lactobacillus (metodo brevettato). Seguono i sieri e i balsami per le labbra di Florena Fermented Skincare, brand nato da un progetto tutto italiano del colosso Beiersdorf interamente dedicato ai cosmetici fermentati. E gli oli fermentati di The Ordinary, brand australiano che ha rivoluzionato il settore proponendo oli puri con retinolo a prezzi stracciati.
Anche Waso, marchio from farmers to face del colosso Shiseido, sfrutta la biofermentazione applicata agli ingredienti vegetali giapponesi coltivati dalle aziende agricole locali per sieri e creme ultra idratanti.
Drunk Elephant è un marchio che utilizza frequentemente estratti fermentati nelle sue formule, non solo scongiurano lo stress ossidativo dagli aggressori esterni. Ma hanno anche forti benefici antinfiammatori per la pelle. Il concentrato detergente recentemente lanciato da Glossier si avvale dell’aiuto del fermento d’uva esfoliante, insieme agli acidi lattico e malico e alla niacinamide per illuminare, levigare e rassodare la pelle.
La Pink Drink Essence di Sunday Riley è ricca di cose buone, tra cui miele fermentato prebiotico, tè verde e ceramidi, per mantenere la pelle forte, sana e luminosa. Il Tea Shot Urban Defense Serum di Zelens è l’ultimo difensore della cura della pelle e impiega tè nero fermentato (o kombucha) insieme ad altri quattro tipi di tè per una protezione antiossidante senza precedenti. E infine il trattamento viso cult Kombucha al tè nero di Fresh, che può essere utilizzato dopo la detersione mattina e sera per una pelle idratata e felice.