Dieta, se “meno grassi” vuol dire “più calorie”
31 Gennaio 2012 - di Mari
Pochi grassi vanno bene, ma occhio alle calorie: con la mania del low fat diffusa dagli Stati Uniti spesso si finisce per ingerire alimenti ricchi di sostanze assai poco salutari come farina raffinata, zucchero o sale.
L’allerta viene dalla Harvard School of Public Health di Boston. Numerosi studi svolti da questa scuola hanno evidenziato come di frequente le diete a basso contenuto di grassi non sono migliori per la salute di quelle a moderato o alto contenuto di grassi.
I ricercatori avvertono: “Per la nostra salute, il tipo di grassi che si introducono conta più della loro quantità. E le diete ricche di carboidrati molto raffinati possono portare ad aumento di peso e ad un aumentato rischio di diabete di tipo 2 e di malattia cardiaca”.
Per verificare se la conclusione sui grassi valesse anche per chi vuole perdere peso i ricercatori hanno confrontato due regimi ipocalorici, uno “mediterraneo” con moderato apporto di grassi (circa il 35 per cento delle calorie totali introdotte con olio d’oliva come prima fonte di grassi) e l’altro standard, a basso contenuto di grassi (circa il 20 per cento delle calorie totali)
Innanzitutto coloro che seguivano il secondo regime alimentare lo abbandonavano con molta più facilità. Per quanto riguarda poi i risultati, coloro che avevano seguito la dieta “mediterranea” dopo un anno avevano sì perso un pochino di meno (4.8 chili contro 5 chili), ma dopo 18 mesi avevano mantenuto i risultati raggiunti, a differenza degli altri.