Peeling o esfoliazione? Ecco le differenze
2 Febbraio 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – A tutte noi capita di vedere in televisione i visi perfetti delle star e sognare di avere la loro pelle di porcellana. Premesso che spesso la loro pelle non è realmente così perfetta ma frutto di strati di make up e ceroni, è anche vero che fanno indubbiamente uso di esfoliazioni e peeling che aiutano notevolmente ad eliminare cellule morte e imperfezioni dal viso.
Innanzitutto è bene non confondere i due procedimenti; esfoliazione e peeling sono due tecniche molto diverse che hanno processi e finalità differenti.
I peelings fanno uso di vere e proprie sostanze chimiche che provocano, più o meno profondamente, l’eliminazione delle cellule epidermiche ormai invecchiate. L’obiettivo del trattamento è quello di levigare e migliorare l’aspetto della cute, rimuovendone gli strati superficiali più danneggiati. I risultati sono un effetto di levigatura cutanea, che attenua ed elimina le rughe, attenua le macchie , e spiana le cicatrici post-acneiche.
Gli effetti di questa applicazione variano a seconda della concentrazione e del pH della sostanza. Con il passare dell’età e con la continua esposizione al sole si ha un invecchiamento generale della pelle, in particolare del volto, che appare più opaca, meno elastica e solcata da fini rughe. Inoltre , lo stress e il fumo tendono ad accelerare questo processo di invecchiamento. Il Peeling chimico permette di ottenere una pelle più giovane e consente di adeguare il trattamento a ogni singolo paziente, senza alterarne la vita di relazione. La ripetitività delle sedute permette inoltre di modificare durata, tipo e sede di applicazione degli acidi, in funzione dei risultati progressivamente ottenuti.
Gli esfolianti sono invece dei prodotti molto meno aggressivi che, a differenza dei peeling che devono essere necessariamente eseguiti in ambulatori medici, possono essere utilizzati anche autonomamente in casa propria. Il risultato dell’esfoliazione è indubbiamente meno invasivo del peeling, e andrà a togliere le cellule morte dall’epidermide ma in maniera più superficiale.
Il peeling vero e proprio, dunque, può essere eseguito esclusivamente da medici: diffidare da centri estetici che promettono miracoli. Spiega infatti Maria Gabriella di Russo, specialista in Idrologia medica e medico estetico, sul “Corriere della Sera”:
“Le estetiste possono usare solo l’acido glicolico a basso dosaggio, mentre il medico estetico ha la possibilità di usare il glicolico al 70% e tutti gli altri prodotti nelle diverse concentrazioni”.
La differenza quindi non è certo da poco: la maggiore o minore concentrazione degli acidi influisce sul risultato determinando la semplice azione cheratolitica sciogliendo lo strato corneo dell’epidermide o una forma accelerata di esfoliazione.
A questo punto la domanda sorge spontanea: quando si deve fare il peeling e soprattutto, chiunque può farlo? Di Russo spiega:
“I peeling nella loro variabilità sono adatti a tutti i tipi di pelle e possono essere usati dalla maggiore età in poi. Si possono fare tutto l’anno se leggeri e soft, al contrario esclusivamente in inverno se medi e profondi”.
Insomma, tutte pazze per il peeling? Ovviamente come ogni tecnica di bellezza deve essere usata con cautela se non si vogliono avere controindicazioni. Il cosmetologo Umberto Borellini spiega:
“Se troppo sollecitata, la pelle per reazione produce più cheratina del normale, creando l’ipercheratosi. Scrub e gommage invece si possono fare anche un giorno si e uno no: si tratta di un’attività meccanica che non va in profondità come un peeling” e poi, condanna inesorabilmente i fedelissimi rimedi della nonna: “sconsiglio gli scrub fatti in casa perchè rischiano di avere all’interno asperità che possono graffiare la pelle creando pericolose microfessure”.