Rossetti, la crisi Coronavirus potrebbe spingere le vendite. Ecco perché
24 Marzo 2020 - di Silvia_Di_Pasquale
La crisi da coronavirus potrebbe portare a una vendita boom di rossetti. Si tratta di un’ipotesi, basata sull’esperienza del 2008. In quell’anno fallì la Lehman Brothers, società attiva nei servizi finanziari a livello globale. Uno dei crack più importanti della storia americana, che aprirà la strada alla crisi finanziaria globale. Come sottolinea Il Sole 24 Ore, “anche allora le vendite dei trucchi e dei rossetti non si fermarono, anzi crebbero in tutto il mondo, in Italia del 5,3 per cento”.
Se pensate che sia “fanta” economia vi sbagliate grosso. Negli scorsi anni si è parlato perfino di un Lipstick-Index, termine utilizzato la prima volta da Leonard Luder, chairman di Estée Lauder. Dopo la caduta dell Torri Gemelle nel 2011, le vendite dei rossetti aumentarono dell’11 per cento. Solo un caso? Probabilmente no. L’ansia, unita alla noia e alla paura del futuro più prossimo, sembra associata a un aumento dell’acquisto di questo oggetto che ogni donna possiede. Probabilmente il primo che si compra quando si diventa adolescenti.
Dopo tutto, quale azione ha fatto la maggior parte di voi all’inizio della sua quarantena? Probabilmente ha visitato un sito tra Sephora, Douglas o più semplicemente la sezione cosmetici di Amazon. Molte avranno acquistato un cosmetico, magari proprio un rossetto se la storia dovesse ripetersi. Non stupisce il motivo. L’e-commerce potrebbe favorire ancora di più la corsa all’acquisto in questa fase di isolamento.
Seguendo la logica di Winston Churchill, ex primo ministro del Regno Unito durante la Seconda Guerra Mondiale, il colore scelto sarebbe il rosso. Non a caso, il politico ordinò di razionare i cosmetici ad eccezione del rossetto, soprattutto quello di tonalità rossa. Probabilmente perché questo colore trasmette forza, passione. Sentimenti positivi in un momento di crisi. Per la serie: mai sottovalutare e sminuire il potere dei cosmetici.