Vacanze con gusto: stratagemmi per non ingrassare
22 Luglio 2017 - di Claudia Montanari
ROMA – Vacanze con gusto: stratagemmi per non ingrassare. Mare? Montagna? Città d’arte? O peggio tour enogastronomici? Ovunque decidiate di passare le vacanze c’è un pericolo in agguato quello di è tornare a casa con alcuni chili di troppo. Poco male se siete normopeso e di giovane età, ma se siete sovrappeso e avete superato gli “anta” disfarsi di 3 o 4 chili in autunno non sarà facile. In vacanza possiamo godere di diversi tipi di “piacere”, ma sicuramente il più gettonato è quello della tavola. Privarsi dei piaceri della tavola nelle regioni italiane è un delitto, ma per il nostro fisico e la nostra salute è bene mangiare quantità modeste di cose buonissime, senza abbuffarsi, e cogliere l’occasione del tempo libero per smaltirle subito.
Consigliare di mangiare meno in vacanza potrebbe rendere frustrante il vostro soggiorno ma seguendo qualche semplice stratagemma si possono gustare ugualmente le leccornie che la tradizione locale propone, senza abbuffarsi e senza grandi rinunce. Un metodo facile è la distribuzione dei piatti nella giornata : ad esempio, se siete in Sicilia e siete attratti da un bel cannolo, circa 400 Kcal, potete mangiare il dessert della giornata a colazione, seguirà il pranzo con un antipasto, un primo e una bella porzione di verdura, la cena con un secondo accompagnato a delle verdure mentre la frutta o i gelati di frutta, senza panna o uova, circa 130 Kcal, potete consumarli come spuntino a metà mattina e pomeriggio, così non arriverete ai pasti principali con troppa fame.
Un altro modo per gustare i piatti tipici è mangiarli in più giornate; ad esempio potete assaporare oggi il gelato artigianale cremoso della gelateria migliore del luogo, 200 g circa 400 Kcal e domani bere il vino migliore della zona in quantità che non superino i 2 bicchieri al giorno per gli uomini e 1 per le donne. Ma, quello che veramente potete fare, anche se mangerete più del dovuto, è muovervi tanto, ne beneficerà tutto il vostro organismo.
di Emanuela Scanu