Carne, nella giusta quantità, alleata del buonumore
12 Gennaio 2023 - di Silvia_Di_Pasquale
Nella giusta quantità, la carne è alleata del buonumore. Negli ultimi anni questo alimento è finito sotto accusa per i suoi potenziali rischi per la salute. Non è possibile tuttavia stabilire un nesso di causalità per esempio tra consumo di carne rossa e probabilità di morire perché gli studi sul tema si sono limitati a osservare e riscontrare una relazione.
In generale, è comunque consigliabile non superare i 500 grammi di carne rossa a settimana e nello specifico 50 grammi per le carni lavorate (per esempio i salumi). Moderazione è la parola d’ordine e questo vale anche per pasta, pane, dolci e bevande zuccherate, quelle di cui potremmo fare più a meno. Nella dieta mediterranea, una delle più salutari esistenti, la carne viene consumata solo in piccole quantità.
Come suggerisce la nutrizionista Elisabetta Bernardi, la rossa in particolare, infatti, fa parte della top ten degli alimenti che danno la felicità, grazie alla ricchezza di triptofano, amminoacido essenziale capace di stimolare la serotonina, il neurotrasmettitore del buonumore, ma anche di vitamine del gruppo B, vitamina D, minerali anti-stress come ferro, zinco, rame, magnesio e selenio e grassi omega 3, tutti nutrienti utili per alzare il tono dell’umore e combattere gli stati depressivi.
Gli acidi grassi omega 3 di origine marina regolano la neurotrasmissione dopaminergica e serotoninergica, riducendo la depressione e l’ansia. Una conferma degli effetti della carne sul buonumore, fa sapere Bernardi, viene anche da uno studio statunitense che ha esaminato la relazione tra consumo di questo alimento e la salute psicologica su un campione di oltre 160 mila partecipanti tra gli 11 e 96 anni provenienti da Europa, Asia, Nord America e Oceania.
Ne è risultato che eliminare totalmente la carne dalla propria dieta può determinare un rischio significativamente maggiore di depressione, ansia e comportamenti autolesionistici per la mancanza di nutrienti essenziali e sostanze bioattive che l’alimento fornisce in maniera più efficiente rispetto ad altri. Fonte: Ansa. Foto di Karolina Grabowska da Pixabay.