Come la respirazione modella il nostro cervello
9 Novembre 2022 - di Silvia_Di_Pasquale
La respirazione consapevole è diventata in questi ultimi due anni una pratica molto diffusa nell’ambito della mindfulness. Il professor Micah Allen del Dipartimento di Medicina Clinica dell’Università di Aarhus ha approfondito come l’atto stesso della respirazione modelli il nostro cervello. I ricercatori hanno analizzato i risultati di più di una dozzina di studi con l’imaging di roditori, scimmie e cervello umano e li hanno usati per proporre un nuovo modello computazionale che spiega come la nostra respirazione influenzi le aspettative del cervello.
“Quello che abbiamo scoperto è che, in molti diversi tipi di attività e animali, i ritmi del cervello sono strettamente legati al ritmo del nostro respiro. Siamo più sensibili al mondo esterno quando inspiriamo, mentre il cervello si sintonizza di più quando espira. Questo è anche in linea con il modo in cui alcuni sport estremi usano la respirazione, ad esempio i tiratori scelti professionisti sono addestrati a premere il grilletto alla fine dell’espirazione”, spiega il professor Micah Allen.
Lo studio: “Suggerisce che il cervello e la respirazione sono strettamente intrecciati in un modo che va ben oltre la sopravvivenza, per influenzare effettivamente le nostre emozioni, la nostra attenzione e il modo in cui elaboriamo il mondo esterno. Il nostro modello suggerisce che esiste un meccanismo comune nel cervello che collega il ritmo del respiro a questi eventi”, aggiunge l’esperto.
La respirazione influenza il nostro umore, i pensieri e i comportamenti.
“La difficoltà di respirazione è associata a un aumento molto grande del rischio di disturbi dell’umore come ansia e depressione. Sappiamo che respirazione, malattie respiratorie e disturbi psichiatrici sono strettamente collegati. Il nostro studio solleva la possibilità che i prossimi trattamenti per questi disturbi potrebbero essere trovato nello sviluppo di nuovi modi per riallineare i ritmi del cervello e del corpo, piuttosto che trattarli in isolamento”, spiega Micah Allen. (Fonte: Medical X Press). Foto di Alfonso Cerezo da Pixabay.