concentratore di ossigeno

Concentratori di ossigeno: utilizzi principali e tipologie  

15 Ottobre 2024 - di Claudia Montanari

Nel trattamento di varie malattie si deve ricorrere a dispositivi medicali atti a fornire un adeguato supporto alla respirazione; sono in effetti piuttosto numerose le condizioni patologiche che determinano nel soggetto una parziale se non addirittura totale incapacità di respirare in modo spontaneo. 

Tra le varie apparecchiature utilizzate per supportare l’atto respiratorio si ricordano per esempio i dispositivi CPAP e quelli BiPAP, strumenti di piccole dimensioni che sono utilizzati non soltanto nelle strutture sanitarie, ma anche in ambito domestico

Altri dispositivi di utilizzo piuttosto comune sono i concentratori di ossigeno portatili, sia trasportabili che fissi. Data la loro importanza in ambito medico, cerchiamo di scoprire qualcosa di più sui loro utilizzi e sulle differenze che intercorrono tra una tipologia e l’altra. 

Concentratori di ossigeno: cosa sono? 

Un concentratore di ossigeno è uno strumento medicale con il quale si somministra l’ossigenoterapia, trattamento che si rende necessario in tutti quei casi in cui i livelli di ossigeno nel sangue sono eccessivamente bassi rispetto alla norma. 

La somministrazione di ossigeno consente di migliorare l’ossigenazione dei tessuti corporei e riduce lo sforzo respiratorio nonché quello cardiaco. 

Senza entrare in spiegazioni particolarmente complesse da un punto di vista tecnico, possiamo descrivere brevemente il funzionamento di un concentratore di ossigeno nel seguente modo: l’apparecchio estrae l’ossigeno dall’aria dell’ambiente, lo convoglia in un apposito contenitore dal quale, tramite una apposita maschera o una cannula, viene somministrato al paziente. La tecnologia alla base di concentratori di ossigeno è denominata PSA, acronimo che sta per Pressure Swing Adsorption, ovvero adsorbimento dell’oscillazione di pressione

Quando ricorrere a un concentratore di ossigeno? 

I concentratori di ossigeno sono utilizzati per il trattamento di problematiche respiratorie sia acute che di media-lunga durata e non mancano nemmeno i casi in cui il paziente deve sottoporsi a ossigenoterapia vita natural durante. 

Tra le tante condizioni patologiche in cui è necessario ricorrere all’ossigenoterapia, somministrabile con dispositivi CPAP, BiPAP o concentratori di ossigeno si ricordano principalmente la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la bronchite cronica, l’enfisema polmonare, la fibrosi cistica, l’insufficienza cardiaca grave, la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (apnea notturna) e le patologie neurodegenerative in fase avanzata. 

Problematiche acute che possono richiedere il ricorso a concentratori di ossigeno o ad altri dispositivi per la ventilazione artificiale sono la polmonite grave, gli shock anafilattici, l’intossicazione da monossido di carbonio ecc. 

È di competenza medica la scelta del livello di concentrazione dell’ossigeno che sarà erogato dal dispositivo; ogni paziente è infatti un caso a sé stante. 

Concentratori di ossigeno: le tre principali tipologie 

Come accennato in apertura, sono tre le tipologie di concentratori di ossigeno: portatili, trasportabili e fissi. 

Il concentratore portatile è un dispositivo di dimensioni abbastanza ridotte che ha il pregio di permettere una discreta libertà di movimento al paziente; questi infatti può portarlo con sé anche fuori casa; è dotato di batteria e quindi sono necessarie periodiche ricariche. 

Il concentratore trasportabile ha dimensioni maggiori rispetto a quello portatile; è meno comodo di quest’ultimo, ma può comunque essere trasportato agevolmente da una stanza all’altra dell’abitazione. Quando non c’è la necessità di spostarlo può essere collegato alla rete elettrica; ha una maggiore capacità di erogazione rispetto a un concentratore portatile. 

Il concentratore fisso è l’opzione migliore quando si trattano condizioni patologiche che costringono il paziente a lungodegenza domestica; rispetto alle bombole di ossigeno utilizzate nel trattamento di pazienti lungodegenti è una soluzione sicuramente più pratica e meno costosa. 

A seconda dei casi specifici, si può valutare se è più adatto alla propria situazione il noleggio o l’acquisto.