Dieta della mamma può avere un impatto su sviluppo neurologico bambino
19 Gennaio 2023 - di Silvia_Di_Pasquale
La dieta della mamma durante la gravidanza può avere un impatto sul successivo sviluppo neurologico del bambino. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Pediatric Research. D’altra parte, una dieta sana e completa della gestante supporta il neurosviluppo del bambino, come rivelato dal nuovo studio condotto presso l’Università di Turku. E’ quindi importante non trascurare l’alimentazione in questa fase della vita, perché può avere una ripercussione negli anni successivi sul bambino.
La salute e lo stile di vita della madre durante la gravidanza sono importanti regolatori del neurosviluppo del nascituro. Lo studio ha esaminato come il diabete gestazionale materno, l’obesità e la dieta durante la gravidanza influenzino lo sviluppo neurologico dei bambini di 2 anni. Sono state analizzate le capacità cognitive, linguistiche e motorie dei bambini.
“In media, il neurosviluppo infantile nei nostri dati era nella norma. I risultati della nostra ricerca hanno mostrato che i bambini di 2 anni le cui madri alle quali era stato diagnosticato il diabete gestazionale avevano abilità linguistiche inferiori rispetto ai bambini alle cui madri non erano stato diagnosticato il diabete gestazionale”, afferma la ricercatrice Lotta Saros dell’Istituto di biomedicina dell’Università di Turku.
Una maggiore percentuale di grasso corporeo materno è stata associata a capacità cognitive, linguistiche e motorie più deboli nei bambini. “La nostra osservazione è unica, poiché studi precedenti non hanno esaminato l’associazione tra la composizione corporea materna e il neurosviluppo dei bambini”, osserva Saros.
“Una dieta sana e completa durante la gravidanza può essere particolarmente benefica per il neurosviluppo dei bambini le cui madri appartengono al gruppo di rischio per il diabete gestazionale a causa di sovrappeso o obesità”, afferma il professor Kirsi Laitinen, che guida il gruppo di ricerca Early Nutrition and Health del Università di Turku che ha implementato lo studio. Fonte: Medical X Press. Foto di Daniel Reche da Pixabay.