Kimchi, crauti, kefir e kombucha: i cibi fermentati alleati contro lo stress
5 Novembre 2022 - di Silvia_Di_Pasquale
Mai sentito parlare di kimchi? Si tratta di un cibo coreano a base di verdure fermentate, piccante. Fa parte degli ormai celebri fermented food, sempre più apprezzati per i loro benefici sulla salute. Secondo uno studio pubblicato su Molecular Psychiatry, mangiare più alimenti fermentati e fibre ogni giorno per sole quattro settimane può avere un effetto significativo sull’abbassamento dei livelli di stress percepiti.
E’ ormai cosa nota che tra il cervello e il nostro microbioma intestinale c’è una stretta comunicazione. Significa anche che i centri emotivi e cognitivi nel nostro cervello sono strettamente collegati al nostro intestino. I cibi che agiscono positivamente sull’intestino come i crauti, il kefir o il kombucha sono quindi anche alleati del benessere mentale.
Per lo studio i ricercatori hanno reclutato 45 persone sane con diete relativamente povere di fibre, di età compresa tra 18 e 59 anni. Più della metà erano donne. A circa la metà dei partecipanti è stata assegnata una dieta progettata dalla nutrizionista Dr. Kirsten Berding, che prevedeva un aumento di cibi prebiotici e fermentati. Nello specifico: 6–8 porzioni al giorno di frutta e verdura ad alto contenuto di fibre prebiotiche (come cipolle, porri, cavoli, mele, banane e avena), 5–8 porzioni di cereali al giorno e 3–4 porzioni di legumi a settimana. Più 2-3 porzioni al giorno di cibi fermentati (come crauti, kefir e kombucha o lo stesso kimchi).
Dalla ricerca è emerso che chi ha seguito la dieta psicobiotica ha riferito di sentirsi meno stressato rispetto a coloro che hanno seguito la dieta di controllo standard. Anche la qualità e quantità del sonno è risultata migliorata in chi ha mangiato cibi fermentati. Insomma, la dieta potrebbe fare la sua parte nella lotta ai disturbi di ansia e stress. Lo studio resta tuttavia circoscritto a un campione piccolo di persone. Inoltre potrebbe non aver tenuto conto di altri fattori esterni che hanno condizionato il risultato della ricerca. Sono necessarie ulteriori conferme ma il punto di partenza resta promettente. Fonte: Medical X Press. Foto di Dongtan Ko da Pixabay.