Obesità, un’epidemia inarrestabile: cause e rimedi
13 Maggio 2015 - di Claudia Montanari
ROMA – L’obesità è una condizione patologica fortemente disabilitante che espone ad un elevato rischio per la salute e che purtroppo risulta in costante aumento soprattutto nei Paesi occidentali. Secondo l’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità, entro il 2030 l’Europa affronterà un’epidemia di obesità di vaste dimensioni, con tanti Paesi in cui molto più della metà degli adulti saranno sovrappeso. L’obesità, ovvero l’eccesso di massa adiposa rispetto alla massa magra in base ai limiti ritenuti normali per età, sesso e statura, può causare l’insorgenza di numerose patologie croniche tra cui i disturbi cardiovascolari e endocrino-metabolici, che possono ridurre notevolmente l’aspettativa di vita. L’obesità, che viene unanimemente riconosciuta come malattia cronica, risulta essere la seconda causa di morte prevenibile dopo il fumo.
Le cause dell’obesità possono essere molteplici: contribuiscono fattori genetici, endocrini e metabolici anche se la causa principale risulta essere l’eccessiva introduzione di cibo altamente energetico a seguito di errate abitudini alimentari e/o per un disturbo del comportamento alimentare su base psicologica. In sostanza, si mangia di più di quello che si dovrebbe. Inoltre, molti studi hanno dimostrato come l’obesità sia tipicamente correlata al benessere: nel mondo occidentale sono infatti aumentati enormemente i consumi di zuccheri e grassi che sono sostanze altamente energetiche, mentre si è avuta una contemporanea e progressiva riduzione dell’attività fisica.
Come è possibile determinare il proprio peso-forma e capire quando si entra nel pericolo obesità? Esiste una semplice misurazione del rapporto tra peso e altezza chiamata Indice di Massa Corporea (IMC), abitualmente utilizzata da medici e altri professionisti del settore sanitario, per classificare il livello di sottopeso, sovrappeso e obesità negli adulti. L’IMC si calcola prendendo il peso in chilogrammi diviso per altezza in metri al quadrato (kg/m2). Per esempio, un adulto che pesa 70 kg ed è alto 1,75 m avrà un IMC di 22,9.
Le conseguenze dell’obesità sulla salute sono molteplici e alcune molto gravi, dall’aumento del rischio di morte prematura a diversi disturbi debilitanti e psicologici che non risultano letali ma che possono influire negativamente sulla qualità della vita. I maggiori rischi sono:
• Diabete di Tipo 2
• Malattie cardiovascolari e ipertensione
• Malattie respiratorie (sindrome da “apnea nel sonno”)
• Alcune forme di cancro
• Osteoartrite
• Problemi psicologici
• Alterazione della qualità della vita
Tra tutti i fattori di rischio, quelli inerenti alle malattie cardiovascolari (CVD) sono i più diffusi e comprendono l’ipertensione e l’aumento del tasso di colesterolo nel sangue. I soggetti obesi hanno maggiori probabilità di avere alti livelli di trigliceridi (grassi) e di “colesterolo cattivo” e una diminuzione del “colesterolo buono”. Questo profilo metabolico si riscontra il più delle volte nelle persone obese con un elevato accumulo di grasso endo-addominale (forma a “mela”) ed è stato messo in relazione con un aumento del rischio di malattie coronariche. Il collegamento tra ipertensione e obesità è stato ampiamente dimostrato da varie ricerche e la diffusione dell’ipertensione nei soggetti in sovrappeso è quasi tre volte superiore rispetto agli adulti con peso normale e il rischio di ipertensione negli individui in sovrappeso tra i 20 e i 44 anni è quasi sei volte superiore rispetto agli adulti con peso normale.
È possibile curare l’obesità? Il rimedio più efficace per combattere l’obesità è indubbiamente quello della prevenzione, insegnando ai bambini un corretto stile di vita e alimentare fin dalle scuole elementari e attuando un’informazione capillare in tutte le strutture sanitarie, cercando di promuovere un nuovo concetto di benessere psicofisico che includa uno stile di vita sano e un costante esercizio fisico. Tuttavia, è possibile curare l’obesità cercando di ottenere un calo ponderale del peso riducendo il numero di calorie introdotte con l’alimentazione al di sotto del numero di calorie spese con l’esercizio fisico. Il primo approccio è quello di tipo dietetico, basato sul ricorso ad un regime alimentare ipocalorico da associarsi ad un programma di attività fisica strutturato e calibrato sui bisogni e le possibilità di ogni paziente. In caso di obesità anche la ricerca scientifica è da anni a lavoro per individuare rimedi da poter associare ad un regime dietetico. Infine esiste l’approccio chirurgico che negli ultimi anni si è sempre più evoluto e che viene attualmente proposto a pazienti selezionati che non abbiano ottenuto una risposta in termini di riduzione di peso con le terapie mediche.