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Per ottenere più benefici, dovreste preparare il tè con acqua in bottiglia: lo dice la scienza

18 Gennaio 2019 - di Claudia Montanari

ROMA – Per usufruire di più benefici, il tè andrebbe preparato con acqua in bottiglia e non con acqua del rubinetto. Secondo un recente studio, infatti, è vero che il tè è più buono se fatto con l’acqua di rubinetto, ma contiene più sostanze che fanno bene alla salute se invece lo si prepara con quella in bottiglia.

Lo studio è stato pubblicato dalla rivista Nutrients della Cornell University, e spiega che la differenza sta nel diverso contenuto di minerali tra le due.

I ricercatori hanno sottoposto a un panel di 100 persone un tè verde preparato nei due modi, verificando che quello preparato con acqua in bottiglia risulta più amaro al gusto.

Un’analisi del contenuto però ha evidenziato che nel tè fatto con acqua di rubinetto c’era una quantità dimezzata di epigallocatechina gallato, una sostanza antiossidante che protegge dai danni dei raggi Uv. Il fenomeno, spiega Robin Dando, uno degli autori, è dovuto probabilmente alla minore presenza di calcio, ferro, magnesio, sodio e rame nell’acqua in bottiglia. “Un’acqua filtrata – spiega – riesce ad estrarre meglio la sostanza. Più pura è l’acqua migliori sono quindi i benefici per la salute”.

A proposito di tè verde, come è noto questo tipo di tè possiede moltissime proprietà depurative e antiossidanti. Ma questo non è tutto. Secondo un altro recente studio, una sostanza presente nel tè verde – già in studio contro l’Alzheimer – potrebbe anche far bene al cuore, riducendo il rischio di infarto.

A dirlo è stato uno studio preliminare svolto presso le Lancaster University e University of Leeds e riportato sul Journal of Biological Chemistry. Protagonista del lavoro è l’antiossidante del tè verde ‘epigallocatechina-3-gallato’ (EGCG) che ha dimostrato un’azione demolitiva sulle placche proteiche (per questo è di interesse nell’Alzheimer in relazione alle placche cerebrali di sostanza beta-amiloide).

In questo lavoro gli esperti hanno visto che, in presenza di una sostanza dell’organismo, l’eparina, l’antiossidante del tè verde ha un’azione demolitiva anche sulle placche che si formano sulle pareti dei vasi sanguigni e che sono pericolose ad esempio per il cuore. L’antiossidante del tè demolisce la placca in fibrille solubili e non pericolose nel sangue.

Adesso si tratta di trovare una formulazione farmacologica con cui provare a somministrare epigallocatechina-3-gallato, aspetto non banale, concludono gli autori sottolineando che non basta bere il tè verde anche in grandi quantità per beneficiare del potere demolitivo sulle placche vascolari.

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