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Cucinare è un ottimo anti stress: come il cibo aiuta a favorire anche la salute mentale

4 Marzo 2022 - di Claudia Montanari

Cucinare è un ottimo alleato per la nostra salute mentale. La pandemia e i lockdown ci hanno fatto sperimentare cose nuove e nuove abitudini. Stiamo combattendo con nuove emozioni e nuovi stati d’animo. Una delle cose che continua a mancare in questi mesi è il senso di sicurezza, ci sentiamo precari, incerti in tutti gli ambiti del quotidiano: dalla salute ovviamente, al lavoro, alla situazione economica.

E’ come se questa pandemia avesse reso tutti un po’ più vulnerabili e più propensi a rivedere la scala delle proprie priorità e chissà che questo non sia l’insegnamento più forte.

In cima a questa scala c’è la ricerca della salute mentale e fisica: facciamo di tutto per stare meglio, in modo più o meno consapevole ci orientiamo su questo. Che sia un benessere da trovare con attività olistiche, meditazione, yoga o ad alto impatto come la boxe e tutte quelle discipline sportive come funzionale, spartan system che ci portano la mente altrove.

Cucinare, un aiuto nella nuova realtà in cui viviamo

Anche la cucina è stata travolta da questo: ci ritroviamo davanti ai fornelli molto più di prima, trascorriamo più tempo a preparare i piatti. Cucinare è ormai un potente antistress, abbiamo cominciato con il lockdown ma stiamo proseguendo ora.

Sia perché abbiamo capito che la salute passa per la nutrizione e dunque siamo diventati molto più attenti e consapevoli, sia perché è un modo per tenere unite le famiglia in questo momento difficile. Il cibo, cucinato in casa, è diventato una specie di coperta di Linus, una super protezione. Del resto da tempo si parla di comfort food per il piacere che ci restituiscono certi piatti di famiglia e della tradizione che infatti abbiamo ricominciato a cucinare prendendoci del tempo molto più di prima.

Alcuni dati

Tutto questo che ciascuno di noi sta sperimentando, chi più chi meno ovviamente, riguarda non solo l’Italia. Nel report annuale internazionale Food Trends 2022, realizzato in 12 paesi da Bimby in collaborazione con la società di ricerche Mintel, c’è la conferma statistica di tutto questo. Oltre ad una nuova e consapevole vocazione alla sostenibilità con la volontà di adottare comportamenti sempre più sostenibili, come ad esempio modalità anti spreco nella preparazione dei piatti, utilizzando parti che prima venivano ad esempio buttate.

Per la maggioranza degli intervistati la propria salute è sempre più connessa alla salute del pianeta. Tutto questo è già una fotografia di come stiamo vivendo questo periodo di ‘nuova normalità’.

Cucinare? Un ottimo anti-stress.

In risposta alla pandemia e alle numerose sfide mentali ed emotive degli ultimi 18 mesi, i consumatori hanno scelto il cucinare – e in generale un’attività manuale – come strumento per gestire i propri livelli di stress. I consumatori in Spagna (45%) e Finlandia (43%) sostengono questo metodo in particolare e 1 consumatore su 4 nel resto d’Europa usa anche la cucina come antistress.

Ma in che senso? Da routine a rito

L’idea dei rituali legati alla preparazione e al consumo del cibo ha origine nei paesi asiatici, ma concetti come il mangiare consapevole e come la meditazione stanno diventando sempre più popolari in tutta Europa. Il rito che accompagna la preparazione dei cibi, attuando diverse modalità di cottura, diventa uno strumento per allentare le tensioni e procura un senso di rilassamento e benessere.

La ritualità piace molto ai cinesi: i dati Mintel ci dicono che il 77% degli adulti dichiara che avere un senso del rituale nella vita quotidiana aiuta a sollevare l’umore. L’Europa punta di più, invece, sull’aspetto ludico ed emotivo legato al cibo. I consumatori europei hanno indicato la cucina e il fare il pane in casa – in Italia anche la pizza – come momenti di svago e allentamento delle tensioni.

In media tutti gli europei intervistati ritengono questo metodo efficace: in vetta alla classifica troviamo Polonia (53%) e Finlandia (55%), a seguire Germania (51%) Italia e Irlanda (50%). Il resto dei paesi europei con una media di 1 consumatore su 3.

Ma dalla ricerca si deduce che è tutto ciò che ruota intorno al cibo a migliorare l’umore e gestire lo stress, anche rispetto all’assunzione di bevande alcoliche. Francesi (43%) irlandesi (35%) e inglesi (34%) e olandesi (32%) affermano di gestire meglio il proprio stress grazie al comfort food piuttosto che alle bevande alcoliche, cioè tutti quei piatti o alimenti che pervadono di un senso di piacere, che soddisfano un bisogno emotivo e donano benessere al corpo.

Possono essere cibi legati alla memoria di un luogo o di una persona o più semplicemente cibi dolci che come è noto consolano.

Il comfort food multisensoriale crea il fattore “benessere”

La nostra cultura dei social media incoraggia i prodotti della nostra cucina in casa e fuori a coinvolgere tutti i nostri sensi e non solo il gusto. Concentrarsi sul colore e sulla presentazione dei piatti, così come sulla sua consistenza e sui suoni che si producono durante la preparazione, può essere un modo per esplorare le connessioni tra il benessere emotivo e il cibo.

Come nel design anche in cucina entra in gioco la “texture”. La consistenza assume un ruolo determinante nell’esperienza del gusto. I palati si affinano, colgono più sfumature, ricercano sensazioni piacevoli, rassicuranti, confortevoli. Cibo e bevande con una precisa consistenza possono essere molto più soddisfacenti da consumare.

Ad esempio, il 42% degli adulti tedeschi che ha mangiato biscotti afferma che crunchy, “croccante” è un attributo chiave per definire un biscotto perfetto (Mintel: 2021 Global Food & Drink Trend: Feed The Mind). Le persone tendono ad essere attratte da cibi con consistenze distintive – come lisce, croccanti o gommose – quando vogliono alleviare lo stress o trovare conforto attraverso il cibo.

Salute sostenibile significa adottare soluzioni alimentari capaci di proteggere e mantenere il benessere fisico delle persone salvaguardando, nello stesso tempo, l’eco-sistema del pianeta. Sono tante le declinazioni che agevolano questo processo. Dal modo in cui ci riforniamo e trasportiamo i prodotti ai metodi che utilizziamo per cucinare a casa passando per l’utilizzo corretto dei rifiuti.

Ad esempio, l’utilizzo della parte esterna delle carote e delle bucce di mele in altre ricette riduce gli sprechi e ci permette di sfruttare la parte più nutriente della verdura e della frutta.

(Ri)uniti dal cibo

La ricerca dimostra, che alla domanda “Vale la pena di dedicare più tempo per preparare piatti che stupiscano?” il 76% dei polacchi e il 72% degli italiani intervistati hanno detto sì. Seguiti da Spagna, Francia e Germania, con un rapporto di un consumatore su due. Dalla ricerca emerge anche una nuova tendenza che vede i consumatori cimentarsi nella preparazione di cibi etnici, cibi lontani dalla propria tradizione culinaria con la curiosità di sperimentare ingredienti inconsueti come alcune spezie, alcune farine.

Ad esempio il 65% dei consumatori del Regno Unito pensa che i pasti della cucina etnica siano un ottimo modo per riunire famiglia e amici. E il 51% dei tedeschi prepara piatti che contengano ingredienti nuovi e insoliti per il gusto di avventurarsi in nuovi sapori. Il 31% dei consumatori polacchi cucina ricette di cucine emergenti. Ricercare piatti e cucine ‘esotiche’ e autentiche può contribuire a creare un’esperienza di alto livello a casa.

E in Italia?

La ricetta più cucinata è stata il Risotto alla milanese secondo quanto emerge dalla piattaforma di ricette ufficiali Bimby, Cookidoo con oltre 8.000 ricette italiane in modalità guidata e 78.000 in tutto il mondo. Testimone ogni giorno delle scelte di chi cucina tra gli oltre 3 milioni di iscritti nel mondo.

Secondo la piattaforma che ha rilevato la preparazione con il robot da cucina di 23,8 milioni di ricette, utilizzando 4.100 ingredienti diversi. Per un totale di oltre 22,7 milioni di chilogrammi di cibo la tendenza italiana per il 2022 sarà di esplorare le ricette tradizionali regionali, da sempre di valore inestimabile per il nostro patrimonio gastronomico e culturale.